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Milano: Cariche sul presidio per la liberazione di Baity

Nella giornata di ieri (venerdi 20 gennaio), davanti alla questura di Milano, la polizia ha caricato il presidio di solidali che voleva la liberazione di Baity, trattenuto da ieri dopo lo sgombero di una casa Aler in Giambellino e in attesa di processo con il rischio di essere espulso. Peccato che in tutte queste ore non si fossero nemmeno preoccupati di verificare se sussistessero motivazioni che giustificassero questo provvedimento. E quando finalmente si sono premurati di controllare il suo terminale, hanno dovuto prendere atto del fatto che Baity, grazie all’avvocato che lo assiste, aveva già in corso una procedura per richiedere il permesso di soggiorno.

Il presidio che si trovava sotto è stato caricato mentre l’avvocato di Baity veniva allontanato nel tentativo di impedirgli di parlare con il suo assistito, il quale a sua volta subiva minacce e pressioni. L’intenzione era chiaramente quella di mandare un avvertimento intimidatorio a chi lotta per autoderminare la propria esistenza, approfittando, forse, di un posto libero su un volo per il Senegal. Tutto il castello di carte che avevano costruito, nel giro di un’ora grazie alla rapida reazione di tutti e tutte, gli è crollato tra le mani. Tanti migranti che si trovano ad affrontare da soli l’arroganza delle forze dell’ordine non riescono a sottrarsi a queste prepotenze, ma Baity non era solo. Quando è stato liberato ad aspettarlo c’erano tanti compagni e amici determinati ad impedire che venisse portato via.

video da fb Comitato abitanti Giambellino Lorenteggio

da InfoAut

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