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Stati Uniti: Inizia l’era Trump. Cariche, scontri e arresti

Stati Uniti d’America. L’era Trump è cominciata. Il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti ha giurato a Capitol Hill, davanti a quasi un milione di persone. Donald Trump ha recitato la formula di rito su una Bibbia usata nella stessa occasione da Abramo Lincoln. Prima di Trump ha giurato il vicepresidente, Mike Pence. “A partire da adesso cambia tutto”, ha detto Trump nel suo discorso di insediamento, “il potere da Washington torna nelle mani dei cittadini”. “Siamo uniti in un grande sforzo per ricostruire l’America. Troppo a lungo il potere ha prosperato, ma gli occupati sono diminuiti e le fabbriche hanno chiuso”, ha aggiunto. “Da oggi in poi sarà soltanto l’America al primo posto”. Confermata, dunque, la retorica del “Make America great again” nel discorso inaugurale della sua presidenza.

Sull’insediamento di Trump come presidente degli USA, ai nostri microfoni Benedetta Argentieri, giornalista freelance che vive negli States. Ascolta o scarica.

Al discorso di inaugurazione della presidenza del tycoon era presente Alfredo Chiarappa, italiano che vive a Washington, che abbiamo raggiunto telefonicamente. Ascolta o scarica.

“Make racist afraid again” è invece uno degli slogan delle decine di manifestazioni di protesta nella capitale federale dove migliaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia, la quale ha fatto uso di spray urticante, scudi e manganelli contro gli anti-trump che si sono scontrati anche con alcuni sostenitori del tycoon. Sono stati decine gli arresti di manifestanti in centro a Washington, non lontano dalla Casa Bianca, dove gli agenti hanno sgomberato dalle strade ogni tipo di dimostrazione. Proteste e manifestazioni antirazziste e anticapitaliste in tante altre città degli Stati Uniti. In tutti i 50 stati Usa ma non solo, anche in Europa.

In piazza sono scese tutte le anime del movimento americano; la rete di Black Lives Matter, quella contro il Climate Change (tema su cui Trump è di fatto negazionista), i networks no war e delle tante campagne di lotta sul lavoro come #fightfor15. Ad uno dei checkpoint si è anche radunato il movimento NoDapl attivo in North Dakota

Intanto anche sul web Anonymous ha laniciato la sua partecipazione alla giornata raccogliendo sotto l’hashtag #OpDeathEaters tutta una serie di documenti che rendono chiara la natura razzista, omofoba e sprezzante verso il più debole del Presidente Eletto. Trump sta insediando con sé la sua squadra di ministri, tutti di fatto esponenti delle più grandi lobby economico-militari-industriali, e Anonymous sta ripercorrendo tutti gli intrecci oscuri del passato del neo Presidente americano.

A Milano c’è stato oggi il presidio “Smash Trump” della Milano meticcia e antirazzista in largo Donegani, sotto il Consolato Usa. Dal presidio di Milano, Elia di Milano in Movimento. Ascolta o scarica.

La manifestazione più imponente chiamata “la marcia delle donne” è però attesa domani. Intanto a fermarsi nella notte italiana è stata Manhattan, New York, scesa in piazza contro Donald Trump: in decine di migliaia hanno invaso Columbus Circle, sotto una delle Trump Tower. Una manifestazione imponente. ”Sessista, razzista, e anti-gay. Donald Trump vai via”, uno dei cori che si è alzato dalla folla. ‘Oltre ad attori e attivisti, hanno parlato il sindaco di NY, De Blasio, dichiarando politicamente ‘guerra’ all’amministrazione sulla quale ”vigileremo”. L’appello alla ‘resistenza’ è arrivato anche dal regista Michael Moore: ”E’ un narcisista, sociopatico. Ma lo fermeremo, non durerà quattro anni”.

Sabato 21 gennaio . Sono 217 gli arresti effettuati a Washington durante le proteste nel corso dell’Inauguration Day. Lo ha reso noto la Polizia della capitale americana, riferendo inoltre che sei poliziotti sono rimasti feriti in maniera lieve negli scontri con i manifestanti.
Il neo-presidente ha da subito dato un segnale della sua elezione: sul sito della casa bianca è stato scritto che verranno messe indiscussione le leggi che proteggono l’ambiente e che sarà ridiscusso il NAFTA. Aggiungendo che se Messico e Canada non vorranno ridiscutere l’accordo gli USA sono pronti ad uscirne. Il primo atto ufficiale del neo presidente è, però, la firma di un decreto contro l’Obamacare, con il quale chiede alle agenzie governative di limitarne i costi di attuazione in attesa della sua abolizione, e di prepararsi a concedere maggiore flessibilita’ agli stati.

Ne parliamo con Martino Mazzonis giornalista ed editor del portale Left Ascolta

da Radio Onda d’Urto

per seguire la diretta dalle manifestazioni Anti-Trump, consigliamo di leggere le tweet-lines di:

It’s going down

Disrupt J20

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