Analista palestinese molto nota ed esperta di diritto internazionale, Diana Buttu in questi giorni è tra le voci che denunciano il pericolo dell’espulsione della popolazione di Gaza verso l’Egitto e di una nuova Nakba palestinese. L’abbiamo intervistata ieri.

Si fanno ipotesi sulle intenzioni di Israele dopo l’avvio dell’offensiva di terra contro Hamas a Gaza.

Non sono solo ipotesi. Comincio sottolineando che durante le ore e i giorni successivi al 7 ottobre sono state seriamente considerate azioni persino più pesanti e drastiche di ciò che abbiamo visto sino ad oggi. Contatti diplomatici mi hanno detto che c’era sul tavolo anche la fine immediata dell’Autorità nazionale palestinese. L’Amministrazione Biden però non è stata d’accordo e ora dice di voler rivitalizzare l’Anp. In poche parole, se il Segretario di stato Blinken non fosse andato ad incontrare (il presidente) Abu Mazen, l’Anp sarebbe stata abbattuta. Gli americani pensano che senza l’Anp non sia possibile immaginare alcuna soluzione politica. Invece l’esecutivo israeliano in carica, o gran parte di esso, pensa che vada eliminato il movimento islamico Hamas ed occorra anche liberarsi dell’Anp. Il perché è semplice. L’entità guidata da Abu Mazen pur essendo debole e senza consenso, per i leader politici israeliani ha il ‘difetto’ di rappresentare ancora agli occhi del mondo la soluzione a Due Stati, ossia la nascita di uno Stato palestinese. E ai palestinesi Israele vuole togliere il diritto a qualsiasi sovranità.

Per Gaza a suo avviso quali sono i piani di Israele, oltre all’offensiva militare in corso?

Il primo, quello preferito è quello di spingere la popolazione di Gaza verso l’Egitto, d’altronde lo conferma il documento ufficiale del ministero dell’intelligence di Israele che è stato rivelato nei giorni scorsi. Al momento l’Egitto è fermo nella sua opposizione all’intenzione israeliana e anche re Abdallah di Giordania è stato perentorio riguardo a un possibile piano per spingere anche i palestinesi della Cisgiordania verso il regno hashemita. Ma Israele potrebbe farlo ugualmente. Il secondo obiettivo è rinunciare a qualsiasi responsabilità futura per Gaza e per ora non sappiamo cosa significhi in termini pratici.

I palestinesi denunciano che per loro è pronta una nuova Nakba.

Fanno bene a ripeterlo. Cosa è stata la Nakba nel 1948 (prima, durante e dopo la fondazione dello Stato di Israele, ndr)? È stata la pulizia etnica della Palestina. Sin dal 1948 numerosi esponenti politici israeliani ripetono che non è stato terminato il ‘lavoro’. E si riferiscono anche ai palestinesi con cittadinanza israeliana, agli arabo israeliani. Non molto tempo fa, il ministro delle finanze, Bezalel Smotrich, ha detto che il motivo per cui esiste una minoranza araba in Israele è perché non è stato finito il lavoro nel 1948. Diversi parlamentari affermano che, dopo il 7 ottobre, l’unica soluzione è cacciare i palestinesi da Gaza e Cisgiordania e anche da Israele.

I palestinesi in Israele discutono tra di loro di questo pericolo?

Sì, ne sono pienamente consapevoli, perché i segnali non mancano. Sin dai primi giorni della guerra, tanti arabo israeliani sono stati fermati, arrestati, interrogati per essersi espressi contro la guerra a Gaza. Altri hanno sono stati puniti solo per aver messo un like ad un post sui social. Nelle città miste ebraico-arabe si stanno formando gruppi di vigilantes incaricati di intervenire contro i cittadini arabi. Milizie a tutti gli effetti che talvolta vanno a minacciare persone segnalate. Quindi non è solo lo Stato che attua misure punitive. Semplici cittadini ora sorvegliano il vicino di casa o il collega d’ufficio. Nelle settimane passate abbiano visto una cantante arrestata per un post su Facebook. Simile sorte è toccata a una giovane e nota attrice. Lo stesso è accaduto ad altri artisti, sempre per post su Facebook. Nelle strade individui o gruppi scandiscono ‘Morte agli arabi’. Sono degli avvertimenti ben precisi la minoranza palestinese, araba. Che ci dicono tenete la testa bassa.

A suo avviso, la comunità internazionale potrebbe permettere la nuova Nakba temuta dai palestinesi?

Certo potrebbe lasciar fare. I governi occidentali e non solo, sono contro il cessate il fuoco a Gaza sebbene i massacri di civili sotto le bombe siano così evidenti. Appoggiano apertamente l’offensiva militare di Israele e ritengono che questo esito (l’espulsione dei palestinesi) sarà solo un danno collaterale di una guerra che condividono.