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I No Tav tra servizi sociali e dinamite

Il tribunale a caccia di minori nei cortei. E al cantiere si preparano a devastare la valle. Video dei genitori e lettera di Nicoletta Dosio
La lettera di Angela era rimbalzata dai siti Notav fino a Globalist e Popoff: «Ciao a tutti, segnalo che stanno arrivando a casa convocazioni presso gli uffici di assistenza sociale, richiesti dalla Procura di Torino – Tribunale dei minorenni – per i ragazzi, minorenni appunto, che prendono parte a presidi, sit-in, volantinaggi, manifestazioni, attività No Tav, senza che ci sia una configurazione di un reato.


Si tratta di ragazzini identificati dalle forze dell’ordine, mentre, pacificamente, manifestavano in Valle di Susa. Mio figlio Francesco, ancora 14enne, è stato segnalato, insieme ad altri minorenni, in quanto volantinava a Susa, a fine settembre.
Non essendoci presenza di reato, perché la Procura “segnala” i ragazzini ai servizi sociali? Per vedere se il loro sano attivismo è sintomo di patologie o disagi familiari? Se hanno genitori violenti, oppressivi che li costringono a manifestare per diritti civili e politici? Manifestare diviene sintomo di disagio, per i rappresentanti della legge? Se questo non è regime, non so cos’altro dire».

Ora la Valle ha prodotto un video di risposta ai servizi sociali mentre il movimento, con un’assemblea popolare a Bussoleno, prepara una trasferta a Lione del 3 dicembre per un confronto con le popolazioni Notav dall’altra parte delle Alpi.
Il “Gruppo Famiglie No tav”, realizzando il video, ha voluto ribadire: «Siamo genitori attentissimi ai nostri figli, i quali vengono educati a valori fondamentali come la condivisione, la solidarietà, il rispetto dell’altro e della Madre Terra e pensiamo che sia un insulto prima di tutto al lavoro e all’impegno degli operatori dei Servizi quello di segnalare famiglie come le nostre invece di sostenere economicamente e politicamente il loro operato, che spesso svolgono in condizioni di estrema precarietà. Dunque solidarietà alle famiglie segnalate e agli operatori costretti a perdere le loro risorse in questo compito».
Intanto in Clarea vogliono adoperare la dinamite. Scrive Nicoletta Dosio, una delle figure storiche della lotta contro il Tav: Ricordate i silenzi della Clarea sotto la neve , lo scoppiettìo buono del fuoco, il vento tra gli alberi, le orme impercettibili degli animali del bosco? Ora in Clarea stanno piazzando le centine a delineare l’imbocco del “tunnel geognostico”.
Prima della grande fresa vogliono usare la dinamite. Prepotenti e irresponsabili, pensano di poter perforare impunemente il piede della grande frana. Ma sul fronte dello scavo incombe minacciosa una montagna di massi secolari, tenuti fermi dalle radici profonde di boschi centenari, radici che si alimentano dalle acque sotterranee che lo scavo farebbe precipitare per sempre….
Quando ripartirà l’antica frana, nulla potranno le loro macchine da guerra, la loro superba tecnologia. E a morire saranno, come sempre le ultime ruote del carro, quelle figurine in tuta , che, indifferenti ad ogni avvertimento, arrampicate su ruspe e trivelle,continuano a macinare distruzione. I grandi responsabili, asserragliati nei palazzi del potere, si preparano a lucrare anche sulle morti, come succede sempre, nelle sporche guerre all’uomo e alla natura. (continua su popoff)
Checchino Antonini
 

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