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Guglionesi (Cb): Insulti razzisti e caccia al “negro” all’amichevole di calcio con i migranti.

calcio sprar larino

Offese pesanti quelle che i giocatori e il mister del Guglionesi, squadra che milita nel campionato d’eccellenza regionale molisana, avrebbero lanciato alla formazione dello Sprar di Larino. Il fattaccio è avvenuto giovedì pomeriggio sul campo del Guglionesi: i ragazzi del centro d’accoglienza erano stati invitati per disputare un incontro di calcio di amichevole con la formazione locale. Gara che, purtroppo, si è trasformata in una sorta di tiro al bersaglio, una caccia al “diverso”, secondo la denuncia fatta dagli operatori e dagli accompagnatori della struttura frentana, indignati per l’accaduto: «Calcioni, spintoni, gioco pesante e insulti a sfondo razzista sin dai primi minuti di gioco. Perchè ci hanno invitato: per insultarci? Dove è finita l’accoglienza e l’ospitalità? ». Parole amare e pregne di delusione.

Doveva essere una festa dello sport ed invece si è trasformata nella sagra dell’insulto e di una caccia al “negro”.

Il 23 febbraio a Guglionesi, comune in provincia di Campobasso, la squadra locale che milita nel campionato di eccellenza regionale ha invitato per un’amichevole la squadra di calcio del centro Sprar di Larino “Senise Hospes”.

Lo scopo dell’amichevole era duplice: da un lato  quello di testare la forma fisica e gli schemi della squadra iscritta ai campionati, dall’altro, ben più nobile,  quello di far trascorrere un paio di ore di serenità e spensieratezza, facendo sport, a dei ragazzi fuggiti dalle guerre e dalla fame.

Disgraziatamente giovedì pomeriggio, presso lo stadio comunale, tutto questo non solo non è avvenuto anzi è accaduto esattamente l’opposto: invece di trascorrere un paio d’ore in amicizia con un pallone, i ragazzi di Larino hanno trovato un ambiente ostile, «gioco pesante, spintoni e botte» e perfino dei gravi insulti razzisti come «sporchi negri», secondo quanto riferito da loro stessi e dai responsabili del centro.

Alla fine del primo tempo, la squadra del centro Sprar, sotto soltanto per due a zero, ha pensato di abbandonare il campo, «ma la voglia di giocare per i ragazzi è stata più forte – dicono dallo Sprar – nonostante si erano già avvistati numerosi episodi di razzisti».

La volontà dei ragazzi del centro non è stata premiata anzi, il clima si è ancor più arroventato: durante l’incontro, raccontano ancora gli accompagnatori che lavorano alllo Sprar di Larino e che hanno deciso di rendere pubblica la vicenda, «alcuni giocatori – da puntualizzare non molisani – della squadra del Guglionesi hanno dimostrato di essere lontani anni luce da concetti quali sportività, integrazione, tolleranza. Hanno insultato a parole e nel modo di giocare. Fatti che fanno rabbrividire ancor di più perchè avvenuti su un campo da calcio», affermano i responsabili del centro.

I quali tengono ad evidenziare come alcuni giocatori dello Sprar, compresi il mister Michele De Santis, e il direttore progettuale del centro Massimiliano Patavino, siano stati pesantemente attaccati non solo dai giocatori ma persino dal mister del Guglionesi.

«Non giustifichiamo l’atteggiamento di ragazzi poco più che maggiorenni che però è nulla se paragonato a quello tenuto dal loro allenatore, inqualificabile e indecente».
Insomma, ha prevalso l’ignoranza di sentirsi superiori al “diverso” solo perchè si ha la pelle di un altro colore? «Sì, ignorando anche che il diverso può insegnarci qualcosa di nuovo. Nulla a che vedere con l’ospitalità ricevuta nei campi di Mafalda, Termoli, Casacalenda solo per citarne alcuni, dove si è fatto un terzo tempo tutti insieme pieno di allegria, serenità e integrazione».

Il presidente della A.s.d. US Guglionesi Romeo Fulvio è amareggiato per la denuncia dello Sprar di Larino e respinge le accuse di razzismo e spiega: “Non è successo assolutamente nulla di quanto riferito da De Santis che allena lo Sprar. I ragazzi di colore d’altra parte hanno giocato a Guglionesi per la quarta volta: se avessero avuto problemi con i nostri giocatori non sarebbero tornati. E il nostro Mister è un professionista: non si sognerebbe mai di insultare gli avversari, soprattutto i migranti”.

In ogni caso una giornata da dimenticare, dove sono prevalsi solo prepotenza e aggressività. A fine giornata tanta delusione e qualche domanda «Che fine ha fatto il gioco del calcio? L’ospitalità, l’accoglienza?».

Alessandro Corroppoli

da primonumero

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