Menu

Bologna: Sgombero del parco Don Bosco. Cariche della polizia contro gli ambientalisti

A Bologna, stamattina, la polizia in assetto antisommossa ha tentato di sgomberare attiviste e attivisti ambientalisti che da diverse settimane occupavano il parco Don Bosco per impedire l’abbattimento degli alberi propedeutico alla demolizione della Scuola Besta, sita all’interno dei giardini, e alla costruzione di un nuovo plesso scolastico. Da giorni, attiviste e attivisti climatici – insieme al Comitato di abitanti del quartiere – si davano appuntamento ogni mattina alle 6.30 per una colazione resistente. Stamattina l’arrivo della celere, ma finora il presidio ha resistito a diverse cariche. La resistenza continua ora dalle casette costruite sugli alberi, per impedirne l’abbattimento.

A quanto pare, è questo il giorno dell’atto di forza, PD e Coalizione Civica – quest’ultima “dispiaciuta”, è il suo ruolo nel gioco delle parti – devono sgomberare a ogni costo il presidio, per abbattere (almeno) 42 alberi e rovesciare l’ennesima colata di cemento, in ossequio agli interessi degli spadroneggianti padroni della città: le lobby dell’edilizia e delle “grandi opere”.

La corrispondenza di Radio Onda d’Urto con Marco, di Bologna for Climate Justice.Ascolta o scarica

Breve aggiornamento: la situazione è stabile, in tarda mattinata la questura ha valutato che fosse meglio non provare ad avanzare oltre. Come ha scritto intorno alle 11 il canale Bolognesi contro il Passante, «In 3 ore di cariche e con un dispiegamento di truppe imponente, la polizia è riuscita solo a recintare 50 metri di parco (la parte verso via Aldo Moro) e comunque le reti sono state violate in più punti… Ancora adesso una bandiera No Passante sventola sulla ruspa arrivata in mattinata». Per ora va ancora così.

Ricordiamo che nell’attuale giunta le deleghe all’ambiente le ha la vicesindaca Emily Clancy, di Coalizione Civica, ed è in quota Coalizione Civica anche l’assessore all’urbanistica, l’esteta del cemento Raffaele Laudani. In tutto quel che sta accadendo a Bologna la presunta “sinistra” “green” della coalizione di governo non ha un ruolo defilato, non può fingere di esserci e non esserci, di subire certe decisioni col mal di pancia. No, stanno proprio in prima fila. E allora vale la pena proporre un video molto esplicativo che circola in città da giorni: «Coazione Cinica».

****

La banda Hood, le cariche e le ruspe

un post del collettivo Wu Ming da Giap

Oggi La vera storia della Banda Hood esce nelle librerie… e noi ci ritroviamo a subire le cariche con cui polizia e carabinieri tentano di sgomberare il presidio del comitato Besta in difesa di 42 alberi al parco Don Bosco di Bologna. Dal primo mattino, sul nostro canale Telegram, abbiamo reso conto degli eventi man mano che si svolgevano di fronte a noi.

Quella al parco don Bosco è una lotta se si vuole piccola, ma molto importante. Non solo perché al momento è praticamente l’unica resistenza dal basso alle politiche cementizie della giunta Lepore-Clancy, ma soprattutto perché prova ad affermare un principio e una logica diversi da quelli dominanti. Vale a dire: perché devono essere sempre gli alberi a rimetterci? Perché l’amministrazione comunale deve indebitarsi per sedici milioni di euro per demolire una scuola e ricostruirla poche decine di metri più in là, abbattendo mezzo parco circostante, invece di ristrutturarla in sede, come è stato fatto in altri casi analoghi in città, spendendo molti meno soldi?

E per favore non ci si rifili la solita risposta di comodo: di alberi ne verranno ripiantati il doppio, il triplo… altrove. Vicino o lontano che sarà, non sarà lì, e si tratterà di virgulti che – se sopravviveranno alla siccità incombente – impiegheranno comunque decenni prima di svolgere la stessa funzione che svolgono gli alberi adulti abbattuti. Se ne accorgeranno gli abitanti della zona quando avranno meno fresco, meno ossigeno, meno ombra, durante la prossima torrida estate bolognese. Gli alberi non sono numeri, sono creature viventi parte di un ecosistema, che include anche i cittadini.

Ecco, farsi manganellare per difendere gli alberi oggi, domani o domani l’altro, significa testimoniare la necessità di un cambiamento di prospettiva. Quella prospettiva che sta uccidendo le città, soffocandole nel cemento, nello smog e nell’asfalto, nonché, su larga scala, il pianeta tutto.

Scriviamo quindi questo post al volo, un po’ di fretta, avremmo voluto parlare diffusamente del romanzo di Wu Ming 4, del making of, ecc., ma gli eventi ci hanno sopravanzati.

Avremmo anche voluto annunciare la prima presentazione del libro proprio al presidio del parco Don Bosco, il 5 aprile, alle 17:30, e per ora vorremmo mantenerla in calendario. Può essere che per quel giorno il presidio così com’è oggi non ci sarà più, ma non è detto che non si possa comunque fare. Stiamo a vedere. Intanto al parco, i solerti operai mandati dal Comune della «città più progressista d’Italia» (cit. sindaco Lepore), saldamente presidiati dalle forze dell’ordine, hanno iniziato a tagliare gli alberi. Ci si conceda una citazione a cui ormai siamo affezionati, direttamente dalle parole di Barbalbero:

È l’operato degli Orchi, l’abbattimento immotivato – rárum – senza neanche la cattiva scusa di alimentare i fuochi, che ci ha mandato su tutte le furie, e il tradimento di un vicino che avrebbe dovuto aiutarci. I Maghi dovrebbero saperlo: e lo sanno. Non c’è maledizione in Elfico, in Entico o nelle lingue degli Uomini abbastanza tremenda per un tradimento del genere.

Chi ha orecchie per intendere intenderà.

Ad ogni modo, del libro e anche della lotta per il parco Don Bosco ha parlato Wu Ming 4 nell’intervista realizzata oggi da Alessandro Canella per Radio Città Fujiko, ascoltabile in fondo al suo articolo. Per sentire Wu Ming 4 parlare più diffusamente del romanzo bisogna invece prendersi il tempo di ascoltare l’intervista lunga di Paolo Nardi sul suo canale.

Per ora, questo è quanto. Un saluto speciale ai Merry Men & Women del parco Don Bosco. Seguiranno nuove.

 

Osservatorio Repressione è una Aps-Ets totalmente autofinanziata. Puoi sostenerci donando il tuo 5×1000 

News, aggiornamenti e approfondimenti sul canale telegram e canale WhatsApp

Comments ( 1 )

  • AndreaT

    Dal canale Telegram di Wu Ming:

    Quando gli operai della ditta disboscatrice hanno cominciato a tagliare alberi, la collera ha spinto ad aprire in più punti le barriere e a riversarsi nel cantiere, a singoli, a piccoli gruppi, a gruppi più nutriti da varie direzioni. La polizia ha caricato, si sono viste le solite scene di più agenti che pestano una persona sola a terra. Alla fine la ditta non se l’è più sentita di continuare, non si possono abbattere alberi in mezzo alla gente. Smobilitati gli operai, a quel punto la presenza stessa delle forze dell’ordine non aveva più senso, e si sono ritirate pure loro. Il cantiere che con tanta fatica poliziesca – tre ore per conquistare cinquanta metri – era stato tirato su, con zero fatica è stato tirato giù. Anche se ha un retrogusto amaro, per quei minuti di insensato arboricidio, quella di oggi è una vittoria. La comunità del parco don Bosco ha dimostrato che resistere si può, che all’avversario le cose possono andare molto meno lisce di quel che tracotantemente si immagina.

Leave a Comment

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>