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Come fermare gli abusi in divisa

La violenza della polizia in Wisconsin è un episodio in cui saggiare l’affidabilità del Partito democratico. La rinnovata forza del movimento antirazzista è la vera variabile che può interrompere questo ciclo

Domenica pomeriggio a Kenosha, Wisconsin, Jacob Blake è stato colpito a fuoco per otto volte dopo essere stato inseguito fino al suo veicolo da due agenti di polizia.

Come ha spiegato la sua famiglia, Blake stava «contribuendo ad alleviare un incidente domestico quando la polizia ha estratto le armi e lo ha colpito con un taser. Mentre si allontanava per controllare i suoi figli, la polizia gli ha sparato più volte contro la schiena a bruciapelo. I suoi tre figli erano a pochi passi di distanza e hanno assistito alla sparatoria».

Subito dopo, i manifestanti si sono ritrovati per le strade della città. Al calar della notte, il tribunale era in fiamme. Lunedì è arrivata la Guardia nazionale, anche se ciò non ha impedito ai manifestanti di dare alle fiamme il Dipartimento penitenziario. Quanto accade in questa città di centomila abitanti assomiglia sempre più alle proteste di massa e alle rivolte scoppiate a Minneapolis e diffuse in tutto il paese all’inizio di questa estate in seguito all’uccisione da parte della polizia di George Floyd, un altro afroamericano.

A quaranta miglia a nord di Kenosha c’è Milwaukee, dove la scorsa settimana il Partito democratico ha tenuto (virtualmente) la sua convention nazionale. Lì, i leader del partito hanno voluto esprimere il loro sostegno alle proteste contro la brutalità della polizia. Un oratore dopo l’altro ha pronunciato le parole «black lives matter» e la persistenza e la gravità del razzismo negli Stati uniti sono state largamente riconosciute. Ma il sostegno al movimento è spesso meramente retorico.

I Democratici – compreso l’attuale candidato alla presidenza – hanno contribuito a costruire lo stato di incarcerazione di massa. Joe Biden ha aiutato a redigere il disegno di legge sulla criminalità del 1994, ha espresso nettamente la sua opposizione alla richiesta del movimento di definanziare la polizia. Ha sostenuto che per ridurre gli omicidi delle forze dell’ordine bisognerebbe addestrare gli agenti a sparare alle persone alla gambe invece che all’addome – un messaggio stimolante che sicuramente attirerà gli elettori a novembre (Se davvero pensi che Biden abbia intenzione di «smantellare il razzismo sistemico» – sue parole! – potrei proporti l’acquisto del ponte di Brooklyn).

La partner in ticket con Biden, Kamala Harris, è stata una procuratrice molto severa e ha sostenuto, tra le altre cose, un disegno di legge contro la diserzione scolastica che minaccia i genitori di bambini con pesanti multe e il carcere. Il sindaco di Chicago Lori Lightfoot, che è stato tra i relatori della convention, nella sua città è in guerra con il movimento, arrivando al punto di ordinare la costruzione di ponti che consentano l’accesso al centro di Chicago, nel tentativo di tenere le persone lontane dal cuore del commercio in seguito alle proteste.

La violenza contro Jacob Blake – secondo quanto riferito è in condizioni stabili, ma paralizzato dalla vita in giù – potrebbe rappresentare un test utile a verificare se il sostegno del Partito democratico alla riforma della polizia è concreto. Kenosha dopotutto è una città gestita dai Democratici che si trova in uno stato gestito dai Democratici, ed entrambi hanno scelto Trump nel 2016, rendendolo un campo di battaglia chiave per le prossime elezioni presidenziali.

«Crediamo nella giustizia e la giustizia è giustizia per tutti. Riteniamo responsabili la polizia e il pubblico» ha detto John Antaramian, sindaco di Kenosha, in una conferenza stampa di lunedì scorso. In risposta alle proteste dilaganti, ha aggiunto che «quello che è successo la scorsa notte nella città di Kenosha è inaccettabile. Le rivolte e il saccheggio sono qualcosa che non è accettabile per la comunità».

Il governatore del Wisconsin Tony Evers ha rilasciato una dichiarazione domenica, osservando che «anche se non abbiamo ancora tutti i dettagli, quello che è sicuro è che non siamo di fronte al primo uomo o persona non-bianca a essere stato colpito, ferito o ucciso senza pietà per mano di individui delle forze dell’ordine nel nostro stato o nel nostro paese». Ha continuato: «Siamo con tutti coloro che hanno chiesto e continuano a chiedere giustizia, uguaglianza e responsabilità per le vite nere nel nostro paese, vite come quelle di George Floyd, di Breonna Taylor, Tony Robinson, Denise Hamilton, Earnest Lacy e Sylville Smith».

Lunedì, Evers ha firmato un decreto che convoca il legislatore statale a una sessione speciale per adottare la legislazione sulla responsabilità e la trasparenza della polizia. Il pacchetto legislativo, annunciato a giugno, include progetti di legge che impediscono alla polizia di entrare in una proprietà senza preavviso e vietano la presa per il collo, oltre a stabilire standard sull’uso della forza in tutto lo stato. Vale la pena notare che agli agenti del Nypd è stato vietata la presa che soffoca fin dal 1993, il che non ha impedito la morte di Eric Garner.

Ci vorrà un cambiamento radicale per impedire agli agenti di brutalizzare il prossimo, e ci sarà bisogno della pressione dal movimento che è emerso quest’estate e che ora sta riapparendo nelle strade di Kenosha. Le parole gentili dei Democratici possono essere più appetibili della paura razzista del Partito repubblicano, ma ancora non sono troppo vicine. Definanziare la polizia sarebbe un inizio. Potrebbe ancora dimostrare che l’interesse personale degli eletti Democratici – la loro paura di essere criticati per aver tradito la gente di Kenosha e Wisconsin – li costringerà ad accettare una cosa del genere.

O forse non accadrà. Forse la leadership del Partito democratico perseguirà il progetto bipartisan di condurre i trasferimenti di ricchezza verso l’alto per poi lamentarsi della violenza e dell’insicurezza che ne conseguono. Forse i sindaci Democratici continueranno a barcamenarsi tra le esigenze degli interessi commerciali del centro e quelle di forze di polizia sempre più intransigenti, sostenendo il movimento in modo retorico, o spirituale, o qualcosa del genere, mentre fanno poco più che muoversi ai margini della riforma. Forse i commentatori progressisti continueranno a essere sorpresi quando i Democratici non ottengono nulla (la credulità, o almeno la sua finzione, fa parte del lavoro). Forse la polizia continuerà a uccidere centinaia di persone ogni anno e a mutilarne altre migliaia.

In ogni caso, il movimento contro la brutalità della polizia continuerà a fermentare, e a esplodere quando le forze di polizia locali – non solo prevedibilmente, ma inevitabilmente – attaccheranno di nuovo. La forza di quel movimento è l’unica variabile che potrebbe cambiare l’equazione e interrompere il ciclo.

Alex N. Press – assistant editor di Jacobin. Ha scritto per Washington Post, Vox, the Nation, e n+1, tra le altre cose. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è di Giuliano Santoro.

da Jacobin

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