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Comunicato de “i p38punk” a riguardo i fatti di Reggio Emilia

In merito ai fatti di Reggio Emilia dove stati tirati in causa, per errore giornalistico, i p38punk, storica Punk Band Romana, attiviti musIcalmente da 30 anni,  pubblichiamo il comunicato che ci hanno inviato  

Salve a tutti e a tutte.

In questi giorni l’inatteso clamore seguito ad un concerto svoltosi a Reggio Emilia ci ha resi oggetto di un’attenzione inaspettata, a volte indesiderata, talvolta immeritata.

Chi avesse dubbi o domande ci può scrivere in privato o sul nostro social (Vk). Se le questioni sono sensate risponderemo a tutti.

Negli ultimi giorni la nostra casella di posta elettronica e i nostri telefoni sono stati intasati da comunicazioni relative al concerto in questione.

Vecchi amici e fans che il tempo e gli eventi ci avevano fatto perdere di vista, complice anche il fatto che per una scelta etica abbiamo deciso di non usare facebook.

Curiosi, alcuni dei quali, capito l’equivoco sono comunque rimasti affascinati dal nostro progetto.

Benpensanti inorriditi, democratici a giorni alterni e fascisti da tastiera che non hanno mancato di onorarci con il loro carico di riprovazione, insulti e minacce.

Ai vecchi amici, diciamo bentrovati, stiamo bene, esistiamo ancora e potrete tutte le nostre attività recenti scorrendo i post di questo sito.

Ai nuovi curiosi, diciamo benvenuti e a quelli che ci hanno trovato interessanti non perdiamoci di vista.

Ai benpensanti, ai democratici a traffico limitato (cioè quelli che la libertà vale solo se dici ciò che piace a loro) e ai fascisti da tastiera, francamente ci sarebbero molte cose da dire e per ragioni di sintesi non possiamo scriverle tutte.

Ci limiteremo alla più importante:

IMPARATE A LEGGERE!

Vi sareste accorti che non siamo noi il gruppo a cui volevate rivolgere le vostre attenzioni.

Noi siamo I p38 PUNK, esistiamo dal 1991 e non eravamo noi sul palco di reggio emilia il 1° maggio

Gli autori dell’esibizione in oggetto infatti si chiamano LA p38 GANG e oltre al nome, fanno un genere ben diverso dal nostro.

Oltretutto noi il giorno in questione eravamo impegnati sul set di un film.

Nonostante noi si cerchi di condurre una vita virtuosa, ancora non abbiamo ricevuto il dono dell’ubiquità e quindi non potevamo essere in due posti contemporaneamente.

Abbiamo provato a scrivere alle varie testate che hanno riportato il nome sbagliato, immaginiamo grazie ad una superficiale ricerca su google, ovviamente senza ricevere nè una rettifica, nè una risposta.

Lo capiamo, alla stampa mainsteram, specie quella degli ultimi tempi, non interessano i fatti, ma la spettacolarizzazione.

Tutti presi dalla fregola maccartista il compito dei media non è più quello di riportare le notizie (o di verificarle), ma di linciare le voci dissenzienti, creare liste di proscrizione e spargere a piene mani la propaganda di un regime, il nostro, che ha già deciso di portarci alla terza guerra mondiale

Non possiamo certo pretendere che si mettano a prendere la mira quando sparano le loro bordate.

In fondo ai loro occhi noi siamo dei paria esattamente come i veri protagonisti della vicenda.

Insomma, per le nostre idee siamo stati spesso oggetto di discriminazione anche in quelli che dovrebbero essere i nostri ambienti, figuriamoci se tra i loro riescono a capire la differenza tra persone, nomi e generi diversi.

In ogni caso ringraziamo sentitamente i media di regime che hanno confuso i nomi (e talvolta anche i loghi) per l’insaspettata pubblicità che ci ha portato a degli ascolti che non avremmo avuto nemmeno se avessimo vinto il festival di Sanremo.

Cosa quantomai provvidenziale in questo periodo in cui è uscito il nostro disco del trentennale.

A loro va il nostro più sentito (e speriamo sgradito) grazie.

Comunque non volendo appropriarci di meriti artistici che non sono i nostri, ci sentiamo obbligati a ribadire il distinguo su teoria e prassi.

Noi, i p38punk abbiamo un immaginario di punk filosovietico e certamente più di apparato.

Loro la p38 gang fanno trap brigatista e sono legati ad un immaginario più movimentista.

Alla p38 gang va la nostra incondizionata solidarietà per essere finiti nel tritacarne mediatico e giudiziario del sistema borghese e reazionario.

Vittime di una torsione autoritaria della nostra società che resringe sempre di più gli spazi di espressione non solo politica, ma anche sociale e artistica.

E vittime anche di una certa loro ingenuità che li ha portati a credere che in Italia chiunque possa esprimere liberamente le proprie opinioni anche attraverso il mezzo artistico.

Insomma, c’è un governo che nell’arco di un anno ha fatto carta straccia degli articoli 16, 3 e 11 della costituzione senza battere ciglio.

Era quantomeno utopico sperare che si sarebbe rispettato l’articolo 33 (L’arte e la scienza sono libere e libero ne e’ l’insegnamento).

Ma nonostante tutto esprimiamo vicinanza a questi compagni che non dovrebbero subire nessuna censura nella loro espressione artistica, per quanto violenta e dirompente essa sia.

Giudichiamo che l’Estetica sia il primo filtro interpretativo del reale e quindi un legittimo obiettivo di sovversione per chiunque voglia abolire marxianamente parlando lo stato presente di cose.

Quindi l’espressione artistica per essere realmente rivoluzionaria deve creare rottura con il linguaggio estetico dei ceti egemoni.

Chiudiamo con qualche considerazione di carattere più personale.

Qualcuno dei nostri vecchi amici ci ha chiesto se non ci fossimo risentiti per qualche eventuale scopiazzamento di nome, performance o addiruttura impostazione della bio effettuata da una band che è nata 28 anni dopo di noi.

Francamente no. Non ci interessa e non ce ne saremmo nemmeno accorti se non ce l’aveste fatta notare voi.

D’altronde anche noi ai nostri inizi abbiamo scopiazzato (ci siamo ispirati – termine soft) qualcun altro e questi non se n’è mai risentito.

Anzi nel momento in cui abbiamo cominciato a camminare con le nostre gambe ha instaurato con noi un fruttuoso percorso di collaborazione che ancora oggi perdura.

Benchè tutti regolarmente depositati, non abbiamo mai messo copyright a brani e nomi.

Crediamo francamente che l’arte sia un bene collettivo e siamo contenti di poter essere fonte di ispirazione anche latente, per le generazioni più giovani.

Certo, magari avrebbero potuto scriverci due righe per informarci, ma questo rientra nel campo del rispetto reciproco ed è un peccato veniale.

Speriamo abbiano tempo e modo per imparare certe pratiche che sono l’ABC del relazionarsi tra compagni.

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