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Bologna: Cinque compagni arrestati, 60 perquisizioni in diverse città

Oltre trecento uomini impegnati in sedici città, dall’Emilia alla Puglia e alla Campania, in una operazione anti-terrorismo, partita da Bologna, che ha nel mirino militanti anarco-insurrezionalisti. La polizia del capoluogo emiliano ha condotto dalle prime ore del giorno sessanta perquisizioni nei confronti di esponenti dell’ala insurrezionalista del movimento anarchico. I provvedimenti sono eseguiti nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, svolta dalla Digos del capoluogo felsineo e dalla direzione centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos).
Nel mirino i frequentatori del circolo bolognese “Fuoriluogo”, che è stato oggetto di sequestro penale. La Digos ha eseguito 12 misure cautelari disposte dal Gip del capoluogo: si tratta di cinque arresti e sette misure di obbligo o divieto di dimora, per episodi di eversione, danneggiamenti, incendi e altri reati.
Gli arrestati: Stefania Carolei, bolognese, 55 anni; Annamaria Pistolesi, bolognese, 36 anni; Martino Trevisan e Robert Ferro, 25enni e originari dell’Alto Adige, il primo di Bressanone e il secondo di Bolzano; Roman Nicusor, 31 anni, romeno. Obbligo di dimora nel Comune di appartenenza per Sirio Manfrini (26 anni, di Rovereto), Roberto Nadalini (modenese 32enne), Maddalena Calore (24 anni, Padova), Francesco Magnani (24 anni, Ferrara). Divieto di accesso nel Comune di Bologna per Stella Paola Molina (25 anni, trentina), Giuseppe Valerio Caprioli (27 anni, potentino), Simone Ballerini (21 anni, di Bologna).
Gli indagati sono accusati di appartenere ad una associazione per delinquere aggravata dalla finalità eversiva, diretta al compimento di azioni delittuose di natura violenta contro persone e cose, realizzate a Bologna.
Operazioni in 16 città. Sono oltre 300 gli uomini della Polizia di Stato impiegati nell’operazione. I provvedimenti vengono eseguiti, oltre che a Bologna, anche nelle città di Ferrara, Modena, Roma, Padova, Trento, Reggio Calabria, Ancona, Torino, Lecce, Napoli, Trieste, Genova, Teramo, Forlì, Ravenna e Milano: questo perché il gruppo bolognese aveva contatti con altre realtà tramite una rivista clandestina, “Invece”. 

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