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Il Consiglio d’Europa ammonisce l’Italia sulla legge “truffa” sulla tortura

Il commissario Muižnieks al Parlamento: «Testo difforme dalle convenzioni Onu». Il ddl che torna alla Camera il 26 giugno «non rispetta la sentenza Cedu»

La Camera dei Deputati “deve modificare il testo della legge contro la tortura in discussione al Parlamento, perché nella sua forma attuale contiene una definizione del reato e diversi elementi in disaccordo con quanto prescritto dagli standard internazionali”. E’ quanto sostiene Nils Miuznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata anche ai Presidenti dei due rami del Parlamento, Laura Boldrini e Pietro Grasso.

Nella lettera Muiznieks afferma di essere preoccupato per le “profonde differenze” che ci sono tra la definizione di tortura nel testo in esame e quella contenuta nei testi internazionali ratificati dall’Italia, in particolare quella della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite.

Il commissario sottolinea in particolare il fatto che la legge italiana in discussione prevede che “affinché si possa accusare qualcuno di tortura occorre che la persona abbia compiuto gli atti di grave violenza, o minacce o crudeltà…diverse volte“, o abbia sottoposto “la vittima a trattamenti inumani e degradanti”. Inoltre, scrive Muiznieks, la legge prevede che “la tortura psicologica esista solo nei casi in cui si possa stabilire che la vittima ha subito un trauma psicologico“.

Osservando poi che il “testo sembra divergere dalla definizione contenuta nella Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite, anche sotto altri aspetti”, il commissario Ue afferma di essere preoccupato che “se la legge sarà approvata così com’è, certi casi di tortura o trattamenti o punizioni degradanti o inumani non potranno essere perseguiti creando quindi delle potenziali scappatoie per l’impunità”. Il commissario evidenzia inoltre l’importanza di assicurare che “l’ampia definizione di tortura, che ricomprende gli atti commessi da privati cittadini, non si traduca in un indebolimento della protezione contro la tortura commessa da funzionari dello Stato, data la particolare gravità di questa violazione dei diritti umani”.

Il commento di Alessio Scandurra, di Antigone Onlus. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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