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Violenza di genere: per il governo meloni la prevenzione non è priorità, taglio del 70% ai fondi

Il governo Meloni ha tagliato oltre il 70% i fondi per la prevenzione della violenza di genere nel corso dell’ultimo anno. Dagli oltre 17 milioni di euro del 2022 ai 5 milioni attuali stanziati per il 2023.

Dati allarmanti arrivano dall’indagine Istat “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza”. Il 48,7% degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. Il 39,3% degli uomini pensa che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole e quasi il 20% pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle donne. È quanto emerge dai primi dati provvisori maggio – luglio 2023 dell’Istat.

Ulteriore preoccupazione destano le chiamate al 1522, l’help line per violenza e stalking negli ultimi due giorni, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin: dalle 200 telefonate quotidiane si è arrivati alle 400 con picchi tra 450 e 500 se si considerano anche quelle fatte con chat ed App. A dirlo è Arianna Gentili, responsabile del servizio pubblico promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Oltre alle adolescenti, sono aumentate le richieste da parte dei genitori, in particolare dalle mamme, preoccupati per le figlie dopo il caso di Giulia Cecchettin. “Di solito questo boom di telefonate – sottolinea la responsabile del 1522 – lo tocchiamo tra il 24/25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quest’anno l’eco mediatico del femminicidio di Giulia ha fatto anticipare il picco. E questo perchè in tante si sono identificate nella sua situazione. Giulia era una ragazza normale e come lei tante ragazze hanno lasciato il fidanzato e si ritrovano nella sua situazione”.

Intanto il governo Meloni destina solo il 13%, dei fondi antiviolenza, ad interventi di prevenzione. E’ quanto sottolinea il rapporto “Prevenzione Sottocosto” ActionAid. Il rapporto ricorda alcuni dati: “In 10 anni i fondi stanziati con la “Legge sul femminicidio” (119/2013) sono aumentati del 156%, ma il numero delle donne uccise da uomini è rimasto invariato nel tempo. Il maggior incremento di risorse (+65%) è stato registrato tra il 2020 e il 2023: sono stati impegnati circa 248 mln di euro. L’81% delle risorse è stato destinato soprattutto a interventi di protezione per rispondere alle esigenze di donne che hanno già subito violenza. Solo il 13% ad interventi di prevenzione, di cui il 5,6% per azioni di prevenzione primaria, ovvero interventi di educazione e sensibilizzazione per scardinare norme e comportamenti sociali che producono e riproducono la violenza. Le politiche antiviolenza adottate finora hanno sempre penalizzato la prevenzione, a peggiorare il quadro è anche la scelta di ridurne i fondi da parte del Governo Meloni: -70%. Dagli oltre 17 milioni di euro del 2022 ai 5 milioni attuali stanziati per il 2023”.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Isabella Orfano, esperta di diritto delle donne per ActionAid. Ascolta o scarica

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