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Tre attivisti arrestati a Monfalcone

All’alba di martedi 17 febbraio, come chi ha qualcosa da nascondere o chi si vergogna di quello che fa, così si sono mossi questa mattina gli agenti della Polizia e dei Carabinieri per arrestare tre persone. Tre attivisti politici, conosciuti da tutti come persone che hanno rivendicato il diritto alla casa e libertà di movimento per i migranti, si sono battuti contro l’abominio dei CPT e hanno preso parte alle rivendicazioni sindacali messe in atto negli ultimi anni nei nostri territori. Hanno perquisito Officina Sociale prima di arrestarli, sequestrando ben trenta mozziconi di sigaretta (presunto corpo del reato), uno spazio sociale che proprio nella serata di sabato scorso aveva iniziato con la prima iniziativa pubblica di avvicinamento alla Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze di Giovanardi, prevista a Trieste il 12, 13, 14 marzo prossimo, e forse questo è il modo di preparare il “confronto” e la “discussione”.Ma è qualcosa che parte da lontano; da anni tutto l’isontino subisce un controllo sociale esasperante, fatto di controlli dei ragazzini alla ricerca della canna assassina, di perquisizioni, corporali e delle abitazioni, fermi e minacce a parlare a far nomi….Maxi inchieste del nulla, che in molti anni hanno portato a indagare centinaia di persone trovando solamente pochi grammi di hashish e marijuana, quantità che mediamente vengono fumate da un questurino medio in una settimana. Fumo negli occhi, forse per coprire nomi non ancora usciti dal processo Lorito, l’ex vice Questore di Gorizia, sotto processo per consumo e traffico di cocaina.Ma allora perché questi arresti? Probabilmente il tutto risale alla precedente perquisizione del Bassa Soglia del Comune di Monfalcone all’interno di Officina Sociale a maggio dello scorso anno, perquisizione che non aveva portato al sequestro di niente, ma aveva fatto iscrivere diversi militanti nel registro degli indagati. Ma ora c’è fretta, e come i peggiori giocatori d’azzardo sanno, quando si perde bisogna rilanciare, anche se questo rilancio può portare a ulteriori perdite.Tutto probabilmente dettato da un urgenza: a fine mese il PM titolare dell’inchiesta se ne va da Gorizia e con gli scarsi elementi in mano c’è il rischio concreto che il prossimo non avvalli inchieste vuote e politicamente mirate.La provocazione è grave, gli arresti sono abnormi, l’inchiesta politicamente mirata; viviamo la realtà di questi territori e ci ostiniamo a non considerare ineluttabile l’imbarbarimento politico e sociale a cui stiamo assistendo, il peggioramento della qualità della vita, del tessuto di relazioni e socialità. Viviamo quell’incoscienza che ci fa dire che non abbiamo paura, non ci fate paura, quell’ottimismo della volontà nel cambiare lo stato di cose presenti e le vostre provocazioni le prendiamo come stimolo a non tacere, ad andare avanti. Potete solo arrestarci tutti, gli stessi “crimini” li abbiamo commessi assieme, ma non arresterete il ridicolo di cui vi state coprendo. Ci sarebbe da ridere, se non fosse drammatico: la drammaticità di persone in galera, di corpi reclusi, di tentativi di intimidire. Ma noi siamo qui, con la nostra rabbia, la nostra indignazione, la nostra voglia di esserci.Vi aspettiamo liberi, ma non vi aspetteremo con le mani in mano.
Spazi Sociali della Venezia Giulia

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