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Terzigno(Na): Continue e violente cariche della polizia contro il sit-in antidiscarica

Non si placa la rabbia della popolazione di Terzigno, ben poco disposta ad accettare di diventare il più grande sversatoio d’Europa senza muovere un dito. Oggi decine di ragazzi e uomini del paese hanno cercato di impedire le operazioni di sversamento garantite solo grazie ad una miltarizzazione senza precedenti del territorio.
Gli abitanti hanno hanno lanciato molotov, sassi e oggetti contundenti contro le forze dell’ordine che scortavano i compattatori. 5 gli autocompattatori bruciati. Al fuoco anche una macchina della Digos. La polizia resta con difficoltà a presidio dell’area a ridosso dell’invaso. Nella cittadina stamani centinaia di manifestanti sono scesi in piazza e hanno bruciato una bandiera italiana.
Il capo della polizia Antonio Manganelli ha detto: “Noi continuiamo a fare quello che siamo chiamati a fare: lì si deve sversare e lo consentiremo anche se questo costa l’uso della forza. Raccolgo però il rammarico dei miei uomini che tutte le sere fanno una battaglia. Dispiace che questo sia diventato un problema di polizia e che un’area geografica consolidi sentimenti di ostilità verso le forze dell’ordine, ma noi non siamo certo nemici di chi manifesta”.
Intorno alle ore 19  carabinieri in assetto antisommossa sono scesi dai mezzi all’inseguimento dei manifestanti. Una ruspa della Polizia di Stato ha rimosso le barricate collocate dei manifestanti nei pressi della strada di accesso alla discarica, ma la zona è di fatto bloccata dai cittadini.
La cronaca della notte
Ennesima notte di violenza degli agenti a Terzigno: da giorni ormai i paesi di Boscoreale e Terzigno sono inaccessibili, in quanto tutte le vie di accesso sono presidiate da manifestanti e forze dell’ordine, numerosissimi sono stati i momenti di tensione e di sgombero, durante le notti scorse, affinché gli auto compattatori carichi di rifiuti potessero sversare.
L’ondata di protesta della popolazione, che dura ormai da alcune settimane, è dovuta alla decisione degli esponenti del Pdl campano di dare il via libera alla costruzione di una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio, che dovrebbe diventare il più grande sversatoio d’Europa.
Continua nel frattempo il vano tentativo da parte delle istituzioni e dei media di criminalizzare la lotta delle popolazioni campane, tirando in ballo mafia o “professionisti della guerriglia”. Netta la risposta dei manifestanti, che scrivono: “La protesta in atto nei comuni vesuviani è fatta da gente normale (impiegati, casalinghe, bambini ed anziani). Qui ci sono solo persone esasperate che lottano per la loro sopravvivenza, per un nuovo diritto alla salute e per un nuovo piano di gestione dei rifiuti. Tutte le istituzioni (a livello locale,regionale e provinciale) sono estremamente complici dell’ecocidio in atto.”
La notte scorsa uno spiegamento massiccio di forze dell’ordine, probabilmente con pochi precedenti (una militarizzazione tale di un territorio la ricordano gli abitanti della Val Susa nel 2005 e nell’inverno scorso) ha condotto nella notte ad un blitz che in tempi brevissimi ha sgomberato tutta la zona di via Panoramica (la strada di accesso alla discarica di Sari) presidiata da alcune migliaia di manifestanti.
L’operazione di questa notte è partita dopo una serata ad alta tensione durante la quale, ad un lancio di petardi partito dai manifestanti, la polizia ha risposto con una fittissima pioggia di lacrimogeni, mandando nel panico la folla.
Quaranta mezzi lanciati a massima velocità e duecento celerini hanno poi circondato l’area per sgomberarla, iniziando una vera e propria caccia all’uomo, inseguendo e picchiando i manifestanti fino ai campi intorno all’area.
Bilancio della notte: due persone fermate e rilasciate dopo poche ore e numerosi feriti tra i manifestanti.

Le notizie sulla nottata di ieri:
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notizie tratte da InfoAut

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