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Riesplodono le banlieues francesi dopo l’assassinio di Nahel (17 anni)

Macron e il suo ministro fascista della polizia, Darmanin, instaurano lo stato d’assedio con la pretesa di impedirne la riproduzione delle rivolte che dura dal 1985!

di Salvatore Palidda

Nahel, 17 anni abitante di Nanterre (periferia nord-ovest di Parigi), è stato assassinato martedì 27 giugno dalla polizia.

Di fronte al montare della tensione nei quartieri popolari, Darmanin ha mandato 2000 poliziotti e gendarmi antisommossa nella banlieue parigina. Una marcia bianca per la morte di Nahel è indetta a Nanterre giovedì 29 giugno e dei raggruppamenti di giovani si organizzano già po’ in tutta la Francia.

Su richiesta di Macron, il ministro dell’Interno ha annullato il suo viaggio e ha convocato una riunione d’urgenza alle 14 del 28 giugno.

Mounia, la madre di Nahel ha fatto appello per una marcia bianca alle 14 del 29 davanti alla questura di Nanterre. “E’ una rivolta per favore, per mio figlio”, ha dichiarato in un video diffuso su Tik tok. In molte città dei raduni di giovani sono stati organizzati per iniziative locali, come nel quartiere della Reynerie a Tolosa, già il 28 sera o a Lione, nella piazza del comune per il 29 juin. Il collettivo Les Soulèvements de Terre, colpito dalla messa fuori legge decretata la settimana scorsa dal governo, ha dato il suo sostegno alla famiglia di Nahel, ricordando che «le esecuzioni sono abituali e dal 2017 la loro frequenza si è accelerata grazie all’articolo Legge 435 che ha esteso il quadro giuridico della “legittima difesa» (da parte delle polizie). Nel solo 2022, 13 persone sono state uccise con la scusa che avrebbero rifiutato di ubbidire all’ordine degli sbirri.

Cariche delle polizie in tutta la Francia  

Nella notte di martedì-mercoledì (e sin dal pomeriggio), degli scontri si sono avuti a Nanterre, delle barricate sono state date a fuoco e dei poliziotti sono stati attaccati con dei fuochi d’artificio. Lo stesso è avvenuto in altre banlieues di Parigi (Asnières, Colombes o Suresnes, ma anche a Clichy-sous-Bois, in Seine-Saint-Denis. A Mantes-la-Jolie (Yvelines -ovest della regione parigina), una dependance del comune nel quartiere del Val-Fourré è stata incendiata nella notte di martedì-mercoledì.

Altri scontri si sono propagati anche nei quartieri Aubiers e Lormont, a Bordeaux, a Floirac, a Roubaix, e a Hem, nella banlieue di Lille. e anche a Colmar (est della Francia).

Nahel e tanti altri

Nahel è morto per un tiro di polizia per non essersi fermato allo stop da parte degli sbirri mentre era al volante di un’auto. I due poliziotti pretendono di aver dovuto sparare per “legittima difesa”. Ma subito un video diffuso sui social ha smascherato la versione poliziesca. Gli sbirri si sono accostati all’auto di Nahel e non sono assolutamente stati minacciati: Nahel non era armato di nulla mentre gli sbirri gli hanno subito puntato la pistola alla guancia.

Gli avvocati della famiglia di Nahel accusano che si tratta di «omicidio volontario» e hanno denunciato anche il collega dello sbirro che ha sparato di complicità d’omicidio volontario», oltre a «falso in atto pubblico» per quanto hanno scritto nella loro relazione di servizio.

Come scrive il media indipendente Basta! dal 1977 al 2020, si contano 746 morti a seguito dell’azione delle polizie (di cui 26 uccisi durante operazioni anti-terrorismo e 78 da un agente non in servizio). 440 uccisi con arma a fuoco! La metà aveva meno di 26 anni. Il regime Macron-Darmanin odia i giovani delle banlieues! Ha decretato la guerra perché pretende che non ci sarà più riproduzione delle rivolte di questi giovani che si ripetono dal 1985

 

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