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Proibizionismo: 120mila arresti grazie alla Fini Giovanardi in sette anni

120mila arresti grazie alla Fini Giovanardi in sette anni. Maxiretata al Concertone del primo maggio. La Million Marijuana March lancia una tre giorni per liberarsi di quella legge. Sabato cortei a Roma e in tutto il mondo
Sessantuno arresti, venticinque denunce e oltre due chili di droga sequestrata tra fumo, erba, coca, anfetamine e chetamina. E’ stata una retata da grandi numeri quella di ieri dei carabinieri in occasione del tradizionale Concertone del Primo Maggio. In piazza San Giovanni e nelle vie limitrofe, anche nei luoghi di transito dei frequentatori della manifestazione musicale, «sono stati potenziati i servizi dinamici – recita la velina del Comando dell’Arma – per rafforzare la presenza e l’azione di controllo; in tale quadro sono state dispiegate anche pattuglie in borghese tra la folla per vigilare e reprimere eventuali forme di illegalità. Particolare attenzione è stata rivolta dai militari al contrasto dello spaccio di stupefacenti, fenomeno che trova terreno fertile in occasione di questi grandi eventi caratterizzati da una considerevole affluenza di giovani»

Tra gli arrestati per droga ci sono cittadini stranieri e giovani e meno giovani provenienti da varie regioni italiane quali il Lazio, la Puglia, la Campania, la Calabria, l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e la Sicilia. Ventisette sono stati, invece, i ragazzi segnalati al Prefetto perché scoperti ad assumere droghe. Altre 7 persone sono state arrestate per aver borseggiato alcuni spettatori, altri 2 per resistenza ai Carabinieri che li stavano controllando.

La Casta dei proibizionisti sperpera così, a caccia di consumatori di sostanze, fondi pubblici che potrebbero andare a miglior fine.

Più in generale, in sette anni, la Fini-Giovanardi ha ingabbiato una città grande come Monza, Bergamo o Losanna, 120 mila persone sono state arrestate negli ultimi sette anni grazie alla legge inserita di soppiatto nel decretone d’urgenza confezionato per le Olimpiadi invernali di Torino, senza un dibattito in Parlamento e tantomeno nel Paese dove le ragioni dell’antiproibizionismo potrebbero contare su ben altro asilo di quello che c’è tra un ceto politico in larga parte oscurantista e colluso con le narcomafie. Lo spaccio di derivati dalla canapa è la prima voce di entrate per le ‘ndrine.

«Più di 22 milioni di piante di canapa sequestrate solo nel 2012, annualmente un numero imprecisato di miliardi esentasse finiti nelle casse delle narcomafie. Pensiamo che sia arrivato il momento di aprire un dibattito politico/istituzionale, sul modello delle più evolute esperienze europee, riguardo un ripensamento radicale delle politiche proibizioniste sin qui adottate, con risultati chiaramente negativi – dicono gli organizzatori della Million Marijuana March, evento che si tiene simultaneamente in tutto il Mondo – il proibizionismo è una sconfitta dello Stato che produce forza lavoro ed entrate economiche per le mafie, un danno all’evoluzione della ricerca medica, una perdita di possibili entrate nelle casse del bilancio pubblico in un momento di crisi come quello attuale». Million Marijuana March chiede la fine delle persecuzioni per i consumatori, l’accesso immediato all’uso terapeutico per i pazienti e il diritto a coltivare liberamente la cannabis, bene comune, patrimonio dell’umanità. Stamattina, a Montecitorio c’è stata una conferenza stampa di apertura della tredicesima edizione italiana della manifestazione dedicata a tutte le vittime del proibizionismo, in particolare l’intera tre giorni romana (in programma tra il Cinema Palazzo e il centro sociale La Torre da oggi al 4), fino alla marcia di sabato, è dedicata ad Aldo Bianzino, di cui «esigiamo la riapertura del processo per omicidio” – dicono gli organizzatori – crediamo che sia arrivato il momento di affrontare laicamente un percorso di radicale antiproibizionismo. Per questo intendiamo coinvolgere le Istituzioni, i rappresentanti di importanti organismi europei e confidiamo nei mass media ovvero in una loro concreta partecipazione essendo, indiscutibilmente, gli attori principali di dibattito in questo Paese». Tra gli ospiti: Annie Machon, britannica, de consiglio direttivo LEAP (Law Enforcement Against Prohibition – Forze dell’ ordine contro il proibizionismo); Joep Oomen (Belgio), coordinatore di Encod (Coalizione europea per politiche sulle droghe giuste ed efficaci) e membro del cannabis social club Trekt Uw Plant (Anversa); Alberto SCIOLARI, vicepresidente PIC (Pazienti Impazienti Cannabis). L’interlocuzione istituzionale è a buon punto con Sel e con settori di cinquestelle. Far abrogare la Fini-Giovanardi è «l’obiettivo ultimo» di Sel che sta per presentare un articolato per modificare il testo unico sulle droghe con la modifica delle pene previste per la detenzione di cannabis e la non punibilità per le coltivazioni di canapa a uso personale. Adriano Zaccagnini, deputato del M5s: «Sottoscriverermo l’articolato di Sel».

Oggi si discuterà al Cinema Palazzo di Diritti violati, legalità e futuro e domani alla Torre di “Canapa terapeutica, autocoltivazione, social club, diritto di resistenza con Gennaro Santoro di Antigone, Patti CIRINO (Comitato Verità per Aldo Bianzino), Giuseppe Bortone dell’ufficio tossicodipendenze della Cgil, Mario German De Luca del Cnca, il regista Enrico Caria ed Enrico Fletzer di Encod.

Checchino Antonini da Liberazione.it

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