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Preoccupazione e disappunto per il trasferimento degli ergastolani ostativi dal carcere di Spoleto

Venendo a conoscenza dell’improvviso trasferimento della sezione AS1 degli ergastolani di Spoleto, la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, esprime il proprio disappunto per tali spostamenti.

La nostra Comunità incontrava settimanalmente questi detenuti da più anni, per un sostegno sia personale che nella lotta collettiva contro la pena dell’ergastolo. Questi trasferimenti tradiscono la funzione rieducativa della pena, stabilita dall’art. 27 della Costituzione, e appaiono come un segno del carattere punitivo-vendicativo della pena in Italia, perchè provocano interruzioni forzate dei percorsi rieducativi iniziati e delle relazioni familiari createsi negli anni.

Esprimiamo solidarietà alle persone detenute e alle loro famiglie che hanno subito questi trasferimenti, ci auspichiamo che tale interventi non vengano più applicati, crediamo invece che sia necessario riformare il sistema penitenziario per mettere al centro la persona e l’azione di recupero per il suo reinserimento nella società.

L’uomo non è il suo errore, come diceva Don Oreste Benzi: la società civile ed ecclesiale ha il dovere di fare tutto il possibile per realizzare il recupero della persona che ha sbagliato, perché solo così possiamo creare una società nuova che crede nell’uomo.

Per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Il Responsabile Generale
Giovanni Paolo Ramonda
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Noi sottoscritti,in merito al trasferimento di diciotto ergastolani ostativi (tra cui Carmelo Musumeci portavoce degli Uomini Ombra),dal carcere di Spoleto in altri Istituti con sezioni AS/1,chiediamo al Ministro di Grazia e Giustizia,di interrompere,in virtù dei suoi poteri e della sua sensibilità, il provvedimento del DAP(Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) che,decidendo di chiudere il reparto di Spoleto,ha trasferito i reclusi,senza tenere conto dei processi di riqualificazione messi in atto dalle persone detenute,dalla Direzione dell’Istituto e dall’area educati- va e sradicando repentinamente i detenuti dalle famiglie e dagli affetti,superando leggi e regolamenti in virtù di una sicurezza e di piani strategici,che non tengono in considerazione chi è inserito nel circuito penale.

La riqualificazione,passa innanzitutto dalla considerazione del recluso come persona umana e non come una pratica giudiziaria,chiediamo quindi di applicare le leggi vigenti e di ricostruire a Spoleto,quell’equilibrio frutto di anni di confronto,volontà e buone prassi.

Giovanni Russo Spena, Responsabile Nazionale Giustizia Partito della Rifondazione Comunista

Damiano Stufara,Consigliere Regionale Umbria,Capogruppo Regione Umbria Partito della Rifondazione Comunista

Mario Pontillo,Responsabile Nazionale Carceri Partito della Rifondazione Comunista

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