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Palestina: ancora bombardamenti israeliani su Gaza. Colpiti ancora gli aiuti umanitari

Un’altra giornata di bombe israeliane da Nord a Sud della Striscia di Gaza, mentre è in corso una crisi umanitaria senza precedenti, con la morte per fame che sta diventando l’unica e tragica opzione per i 2 milioni di palestinesi che Israele ha imprigionato a Gaza: non dal 7 ottobre, ma dal 2006. Il bilancio ufficiale delle vittime dell’aggressione israeliana nella Striscia in corso da 5 mesi e mezzo è salito a 31.923, con altri 74 mila feriti. Solo nelle ultime 24 ore, 104 palestinesi sono stati uccisi e 162 feriti. Altri conteggi, come quello dell’ong indipendente EuroMed Monitor, parlano di oltre 40mila morti, tra cui quasi 15mila bambine-i, 134 giornalisti, 331 operatori sanitari.

L’esercito di Tel Aviv cinge sempre più d’assedio Rafah. Negli ultimi giorni si sono intensificati gli attacchi anche contro Gaza City, con raid aerei che hanno colpito anche aree residenziali. Uno degli attacchi ha preso di mira un’abitazione nel centro della città, uccidendo 15 persone. Altre 27 persone sono morte in un raid sul campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia.

Non solo, gli obiettivi israeliani sono anche le derrate alimentari: Al Jazeera ha affermato che 24 persone sono morte in un raid contro la rotonda Kuwait della città di Gaza, luogo di distribuzione di aiuti umanitari, mentre la carestia si sta diffondendo, in particolare a nord, dove nel campo profughi di Jabalia è stato distrutto un altro punto di distribuzione alimentare. Qui l’Unrwa stava preparando un capannone per gli aiuti. Israele l’ha bombardato uccidendo 2 lavoratori. Il tutto mentre centinaia di camion di aiuti restano bloccati sul lato egiziano del valico di Rafah.

Le parole del portavoce dell’Unicef, James Elder, tradotte e doppiate dalla  redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.

Le violenze israeliane sono quotidiane anche nella Cisgiordania occupata. Raid militari in diverse località. Presa d’assalto all’alba la città di Tulkarem, facendo irruzione in diverse case e rapendo 3 giovani. Con loro anche un bulldozer, che ha raso al suolo la strada principale che circonda una moschea nella parte occidentale della città.

Sul versante diplomatico, il segretario di Stato Usa Blinken è in Medio Oriente come parte di una nuova spinta da parte di Washington per garantire un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Il diplomatico è atteso oggi in Arabia Saudita e domani in Egitto, nei prossimi giorni a Israele. Non è chiaro se andrà anche a Ramallah, dal quasi novantenne Abu Mazen, a capo di quel che resta dell’Autorità Nazionale Palestinese. Intanto i colloqui per il cessate il fuoco sono al terzo giorno consecutivo: si rischia l’ennesima fumata nera.

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