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Padova: Poliziotto di giorno, magnaccia di notte

Di giorno lavorava come ispettore di polizia penitenziaria, nel tempo libero si occupava delle quindici ragazze dell’Est che si prostituivano negli appartamenti affittati a suo nome con clienti che le contattavano attraverso gli annunci sul web o sui giornali locali inseriti dallo stesso poliziotto. In cambio della cosiddetta organizzazione del lavoro, le ragazze versavano all’agente cento euro al giorno ciascuna, quarantacinquemila euro al mese che Rossano Spenati, 52 anni, incassava senza battere ciglio continuando a fare rispettare l’ordine nel carcere padovano di strada Due Palazzi. Un affare certamente proficuo. O almeno fino al luglio 2007, quando Spenati minacciò di morte due protette che non gli volevano dare la percentuale. Le prostitute si rivolsero alla procura di Padova, gli inquirenti organizzarono una trappola e colsero Spenati in flagrante mentre riceveva del denaro dalle ragazze. Secondo l’accusa, il sottufficiale di polizia pentitenziaria sfruttava le ragazze del luglio 2005, cioè da quando aveva deciso di organizzare un vero business della prostituzione: secondo i racconti delle lucciole, Spenati si recava personalmente in Romania dove contattava delle donne disposte a prostituirsi. Si occupava di tutto, il poliziotto: viaggio in Italia, addestramento, affitto degli appartamenti, pubblicazione degli annunci. A suo nome figurano una decina di alloggi affittati per l’attività delle ragazze, che hanno raccontato come Spenati pretendesse i cento euro minacciando di denunciarle. Un caso di sfruttamento della prostituzione da manuale che costerà molto probabilmente il rinvio a giudizio dell’agente magnaccia, come richiesto in questi giorni dal pm padovano Sergio Dini.Da mesi Spenati, in attesa di giudizio, è stato sospeso dal suo lavoro.Se il ddl Carfagna dovesse diventare legge, la prostituzione nei luoghi pubblici diventerebbe reato, mentre quella al chiuso sarebbe comunque tollerata e dunque schiere di lucciole, sfruttate da trafficanti e magnaccia, saranno costrette ad affittare un appartamento. Il ragionamento non sfugge alla Confedilizia che ora chiede alle assemblee dei condomini di deliberare, tramite notaio, il divieto di prostituzione all’interno dell’edificio per evitare l’infiltrazione della malavita. La ministra Carfagna ha voluto intervenire sulla questione chiarendo che non le interessa regolamentare la prostituzione al chiuso magari consentendo alle lucciole di consorziarsi in cooperative autogestite: «Ognuno in casa fa ciò che vuole. Ma non saremo noi a creare dei ghetti. Non sarà il governo ad autorizzare quartieri a luci rosse. Anche per questioni pubbliche e di decoro».A Roma il sindaco Alemanno specifica che l’ordinanza sulle multe a lucciole e clienti (200 euro) entrerà pienamente in vigore da lunedì. I vigili di Cgil, Cisl e Uil contestano la mancanza dell’ordine di servizio e si rifiutano di multare fino a che non avranno stilato un accordo col Campidoglio.

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