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“Non si fermeranno prima di uccidermi”. Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Pubblichiamo la lettera del detenuto palestinese Anan Yaeesh inviata a una compagna. Il 27 gennaio 2024 le autorità italiane lo hanno arrestato, nella città dell’Aquila, a seguito di una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane.

Cara amica, dovrei spiegarti una cosa. Oggi sono in un carcere italiano perché vogliono mostrare a Israele che gli italiani sono con loro, con Israele, quindi quello che succede non è normale. Ad esempio nel 2005, quando ero bambino, sono stato arrestato in un carcere americano e inglese perché ero nelle Brigate di Al-Aqsa. Israele ha provato a uccidermi 4 volte per questo motivo. Per la stessa ragione sono stato arrestato nel 2006 e mi hanno cacciato dalla Palestina nel 2013. Per la stessa ragione Israele ha fatto la stessa richiesta in Norvegia nel 2015 e per lo stesso motivo sono venuto in Italia, ho chiesto rifugio e l’ho ottenuto, perché sono nelle Brigate di Al-Aqsa.

Sono stato arrestato in Giordania l’anno scorso per lo stesso motivo e ora l’Italia mi ha arrestato per gli stessi motivi. Quindi niente di nuovo, ma è qualcosa di politico, solo per dimostrare che Israele mi segue da molto tempo non solo adesso, e lo so, sono sicuro, che se sarò libero o se rimarrò qualche anno e dopo sarò libero, Israele non si arrenderà mai e non mi lascerà mai, non si fermeranno prima di uccidermi. E questo è il loro messaggio per me, ma sicuramente non ne parleranno in TV o in pubblico. E la polizia italiana lo sa, sono sicuri al 100% che Ali e Mansour sono solo miei amici. Non fanno niente e non sapevano niente, ma li hanno arrestati solo per dire che la polizia ha arrestato un gruppo di terroristi non solo Anan, che lo vuole Israele. Quindi la mia vita non è segreta, la gente non mi conosce, ma tutta la polizia di tutti i paesi mi conosce molto bene, è solo un gioco politico.

Ma, come ho detto prima, non mi arrenderò mai finché non avremo la nostra libertà per la Palestina e i palestinesi, perché la mia vita e tutto quello che ho è per la Palestina, perché la Palestina merita sempre di più.

Grazie mia cara, e grazie a tutti quelli che ci sostengono. Sì, Flavio mi ha detto che il 30 aprile c’è stato un gruppo di persone che si sono presentate in tribunale a sostenermi, e come sicuramente sai Israele ha respinto la richiesta, ma è solo un gioco tra di loro.

Ma ora il mio tribunale sarà pubblico, non come prima. Quindi chiunque potrà entrare e guardare. Quindi mi piacerebbe vedervi lì. Certo, sarò in videoconferenza, ma posso vedere tutto.

Grazie a tutt per il vostro potere e le vostre parole positive; ed è vero che noi non saremo mai terroristi, perché la resistenza è un atto di amore, e io, che amo la vita più di chiunque altro, preferirei morire per ottenere la libertà del mio popolo, per vedere tutti i bambini in Palestina andare a scuola senza paura, per vedere tutte le ragazze andare per strada senza paura, quindi amo la mia vita, ho molti sogni come tutti in questa vita, ho molti sentimenti nel mio cuore, amo vivere in pace e farmi una famiglia, ma la Palestina è la cosa più importante prima di ogni cosa e prima della mia vita.

Cara amica ancora una volta grazie per ogni cosa e spero di poter fare te e tutti quelli che sono con te, felici un giorno

con tutti i miei auguri e un grande abbraccio

Vostro amico

Anan Yaeesh

Palestine for Palestinian

 

 

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