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Omicidio Cucchi, chiusa l’inchiesta bis. Per il pm: “fu pestato dai carabinieri”

Accuse di lesioni e falsa testimonianza a 5 militari, il pm prepara l’avviso di fine indagine. Sta arrivando alle battute finali la difficile inchiesta “bis” della Procura di Roma sulla morte di Stefano Cucchi, il 32enne deceduto dopo un arresto per droga e un ricovero all’ospedale Pertini della Capitale. Per ora sono cinque i carabinieri indagati: due per falsa testimonianza e tre per lesioni aggravate.

L’intenzione degli inquirenti è quella di chiudere l’indagine con il 415 bis, atto che di norma prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Sarà poi il gip a decidere se mandare a processo o archiviare. Ma l’inchiesta potrebbe riservare anche altre novità. Il pm Giovanni Musarò sta valutando ulteriori iscrizioni: si tratta di testimoni – anche appartenenti all’Arma – sentiti come persone informate sui fatti che durante gli interrogatori si sarebbero contraddetti. Si entra ora nella fase più impegnata che porterà alla chiusura dell’indagine.

Secondo fonti giudiziarie potrebbe arrivare entro quest’anno o al massimo a gennaio. I magistrati alle prese con le perizie Il pm studierà di nuovo tutte le perizie mediche depositate finora proprio per capire l’effettiva portata delle lesioni (contestate dalla Procura di Roma): insomma se siano state le percosse a causare la morte di Stefano Cucchi. L’ultima relazione finita sul tavolo del magistrato capitolino è quella dei periti nominati dal gip Elvira Tamburelli nell’ambito dell’incidente probatorio nell’indagine “bis”. In questo caso, per i periti “le lesioni non posso essere considerate correlabili con l’evento morte”. Nella perizia di 200 pagine si parla di “una morte improvvisa e inaspettata per epilessia”.

È l’ennesima causa del decesso del geometra emersa finora. In altre perizie, tra le altre cose, era stato attribuito alla mancanza di cibo e liquidi o anche di cure mediche. Ma torniamo alla relazione dei periti incaricati dal gip Tamburelli. Qui è scritto che: “La tossicodipendenza può aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con i farmaci anti-epilettici”. Come pure “concausa può essere può essere considerata la condizione di severa inanizione, con conseguente drastico calo ponderale, che può aver esaltato gli effetti collaterali dei farmaci epilettici e dell’antalgico”.

In altre parole, la crisi potrebbe essere stata favorita da droga, perdita di peso e farmaci. Ma nella perizia, si fa anche una seconda ipotesi, correlando la morte “con la recente frattura traumatica di S4 (la quarta vertebra sacrale, ndr) associata a lesioni delle radici posteriori del nervo sacrale che ben possono aver determinato l’insorgenza di una condizione di ‘vescica neurogenica atonicà con abnorme acuta distensione vescicale per l’elevata ritenzione urinaria, non correttamente drenata dal cratere”.

Anche i periti così hanno riconosciuto l’esistenza di un evento traumatico che ha determinato alcune fratture, in particolare alla terza vertebra lombare e la quarta sacrale. Botte in caserma: i reati contestati Intanto nel registro degli indagati sono iscritti tre carabinieri che prestavano servizio al Comando di Roma-Appia (Francesco Tedesco, Alessio di Bernardo, Raffaele D’Alessandro) accusati di lesioni aggravate: “Spingendo e colpendo con schiaffi e calci Cucchi – è scritto nella richiesta di incidente probatorio – e facendolo violentemente cadere in terra, gli cagionavano lesioni personali, consistite in poli-traumatismo ematoma in regione sopracciliare sinistra, escoriazioni sul dorso delle mani, lesioni escoriate in regione para-rotulea bilateralmente, cinque lesioni escoriate ricoperte da crosta ematica in corrispondenza della cresta tibiale sinistra, altre piccole escoriazioni a livello lombare para-sacrale superiormente e del gluteo destro, con frattura della quarta vertebra sacrale e della terza vertebra lombare”.

Il pm contesta ai tre agenti l’aggravante di aver abusato “dei poteri inerenti alla qualità di appartenenti all’Arma”. Altri due carabinieri, invece, sono indagati per falsa testimonianza: avrebbero detto il falso su quanto avvenuto la notte dell’arresto di Cucchi. Ma la lista degli indagati potrebbe allungarsi.

Valeria Pacelli da Il Fatto Quotidiano

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