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Nazionalismo e odio verso i migranti armano le mani degli assassini in Polonia

Il sindaco pro-migranti ucciso a Danzica: l’odio galoppa in Polonia. Pawel Adamowicz è stato accoltellato durante un comizio davanti a migliaia di persone ed è morto nella notte.

pawel-adamowiczIl sindaco di Danzica Pawel Adamowicz è morto in seguito a una pugnalata ricevuta ieri sera mentre parlava da un palco per una serata di beneficenza.

La Gazeta Wyborcza è stata la prima a parlare di “delitto politico”, maturato nel “clima di odio e di ostilita’” che segna la politica polacca di oggi. La responsabilità pesa su chi sta al potere, è la sentenza. E l’omicidio di uno dei politici più popolari del Paese, che si spendeva per una città aperta e solidale, contro la chiusura del governo attuale, ha scosso non solo la Polonia di Kaczynski ma tutta Europa.

Il rammarico per l’umore generale in cui si svolge quotidianamente il dibattito pubblico torna infatti nelle parole di molti politici, a partire dal presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani: “Sta riemergendo un clima di odio in troppe dichiarazioni e in troppe polemiche politiche in molti paesi della nostra Unione europea”, ha detto. “Dobbiamo tornare ad avere un linguaggio diverso. L’odio non è un valore compatibile con l’Unione europea”.

L’annuncio della morte del sindaco dell’accoglienza, cofondatore di Piattaforma civica, che dalla sua amata  Danzica si opponeva al mainstream nazionalista, e’ arrivato alle 14.40, dal ministero della Sanità polacco. Adamowicz, 54 anni, sindaco di Danzica dal 1998 – ormai fuori dal partito che lo aveva abbandonato per uno scandalo fiscale nel 2015 – era stato aggredito ieri sera verso le 20 alla fine di una raccolta nazionale di beneficenza da un uomo di 27 anni, Stefan Wilmont, uscito dal carcere a dicembre. Nel policlinico universitario in cui è stato ricoverato subito dopo, i medici lo hanno sottoposto a un intervento di 5 ore nel cuore della notte, ma il primo cittadino non ha superato le conseguenze dei tre colpi di una lama, lunga 15 centimetri, inferti anche al cuore: la mano dell’omicida ha colpito l’aorta, il diaframma e compromesso altri organi vitali.

L’assalto è avvenuto davanti agli occhi di migliaia di persone, volontari e seguaci della Fondazione Wosp (Grande orchestra caritative di Natale) di Jurek Owsiak. Il pubblico ha ascoltato il saluto del sindaco e poi ha assistito (c’è chi ha ripreso la drammatica sequenza) all’agghiacciante assassinio. Chi ha agito non è scappato, ma ha continuato a girare sul palcoscenico, con il coltello insanguinato ancora in mano, per alcuni istanti, prima di strappare il microfono ad un organizzatore e urlare: “Mi chiamo Stefan, e Adamowicz doveva morire”. Il giovane, che era stato in carcere per delle rapine in banca, ha affermato di essere stato “torturato” mentre era agli arresti durante il governo di Piattaforma civica. L’arresto è arrivato subito dopo.

I polacchi hanno reagito andando in piazza, in marce spontanee contro la violenza, a Danzica come a Varsavia. Il presidente Duda ha fatto sapere che il giorno dei funerali, ancora da definire, nel paese sarà lutto nazionale. “L’ostilità e la violenza hanno portato a un terribile epilogo e al dolore, non lo possiamo accettare”, ha scritto in un messaggio. E se il premier ha condannato l’omicidio via Twitter, il ministro della Giustizia ha annunciato un’inchiesta accurata, pur affermando che, probabilmente, già in passato l’artefice del gesto fosse stato sottoposto a cure psichiatriche.

Dopo l’uccisione del sindaco di Danzica parla Jacek Jaskowiak, primo cittadino eurpeista di Poznan: il governo usa i metodi di Goebbels, li ritengo responsabili della morte

Parole gravissime che ci fanno vedere i rischi che si corrono andando dietro agli estremisti di destra che sanno solo spacciare odio: “La causa di quanto e’ accaduto sono odio, nazionalismo, lo spauracchio dei profughi”.

E’ l’opinione di Jacek Jaskowiak, sindaco-presidente di Poznan, tra i principali primi cittadini europeisti e liberal, in opposizione al governo sovranista, dopo l’assassinio del sindaco di Danzica.

“Sono convinto – spiega Jaskowiak – che è dovuto all’atmosfera dopo le elezioni del 2015: sono stati attivati odio, nazionalismo, paura dei profughi per far paura alla gente. Cinicamente, per vincere le elezioni. Aggressività e linguaggio d’odio sono stati permessi. Ai media pubblici e’ stato dato l’ordine di calunniarci. Ne parlai molte volte con Pawel Adamowicz. Lui prendeva il problema molto sul serio. Sono stati usati metodi di propaganda alla Goebbels”.
“Abbiamo visto – aggiunge – la menzogna sulla catastrofe aerea di Smolensk (la morte del presidente Lech Kaczynski, ndr) definita come complotto di Putin, l’uso di media e servizi per scopi politici, lo smantellamento del modello dello Stato democratico. Per tutto ciò e per aver portato alla tragedia di ieri ritengo Jaroslaw Kaczynski responsabile”.
Su che cosa possono fare governo e opposizione per il futuro, Jaskowiak indica: “Prima di tutto occorre conoscere i limiti. I media pubblici devono informare i cittadini, non per diffamare l’opposizione. Invece solo pochi giorni fa la tv pubblica mi ha diffamato. Tra poche ore sarò interrogato in procura su un uomo arrestato per minacce contro di me e il sindaco di Wroclaw. Adamowicz il 9 gennaio aveva preannunciato che avrebbe sporto appello contro l’archiviazione dell’inchiesta sui ‘certificati di morte politica’ ricevuti da lui e ora anche da me dalla ‘Gioventù pan-polacca’. Archiviano anche simili minacce contro di me”.

da Globalist

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