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Meloni, il centrosinistra e l’ergastolo ostativo

La prima mossa del governo Meloni è approvare di corsa il decreto legge che ricalca (e in alcuni punti peggiora) il testo della riforma dell’ergastolo ostativo. Il governo lo fa per evitare «le scarcerazioni facili dei mafiosi». E’ la prima mossa di destra, quella più feroce, che è il prodotto della disinformazione fatta soprattutto dai giornali come Il Fatto Quotidiano. Pd e M5s applaudono

di Federico Giusti

Il centro sinistra giustizialista (ma la giustizia sociale è ben altra cosa) con la destra schierata su posizioni opposte è una storiella passata nella mente di tanti cittadini, fin quando si trattava di salvaguardare gli interessi economici forti si era garantisti ma ora, saliti al potere, gli stessi leaders politici non sembrano cambiare spartito.

Sull’ergastolo ostativo (pena perpetua che esclude definitivamente il condannato dal circuito rieducativo e rende irrilevante ogni progressione dello stesso, finendo con l’uguagliare la pena fino alla morte, alla pena di morte) nulla di nuovo, se non collabori con la Giustizia starai in carcere non solo a vita ma sottoposto a restrizioni di ogni tipo.

E parliamo non solo di reati di mafia ma anche di reati politici, a 30 anni dalla fine della lotta armata non esiste alcuna volontà di chiudere i conti con quella stagione e procedere con una sorta di indulto.

Tempo per trovare una soluzione in Parlamento c’è stato eppure le forze politiche non hanno voluto trovare alcuna intesa per porre fine a questa aberrazione e a giorni dovrebbe pronunciarsi la Consulta.

La libertà condizionale arriverebbe dopo 30 anni di carcere ma il carcere ostativo prevede che la condizione necessaria per beneficiarne sia la collaborazione con la Giustizia.

Ci chiediamo, a prescindere dai reati, se dopo 30 anni di carcere, non si abbia espiato colpe e responsabilità, ricordiamo poi che dopo la libertà condizionale trascorrono tra i 5 e i 10 anni prima di chiudere definitivamente i conti con la Giustizia italiana.

Dove finisce il principio, sancito dalla Costituzione, secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato?

Uno dei tanti esempi lampanti di come i principi della Carta siano stati disattesi e stravolti da una Giustizia ingiusta che punisce con il carcere piccoli reati per i quali esisterebbero misure alternativa alla pena. E intanto le condizioni di vita nelle carceri tra sovraffollamento e una edilizia penitenziaria da terzo mondo continuano a deteriorarsi , la rieducazione del condannato, al di là di ogni considerazione culturale e ideologica, non rientra da tempo nelle finalità dello Stato.

E allora i garantisti si scoprono favorevoli all’ergastolo ostativo perchè quel principio rieducativo della Carta non l’hanno mai digerito.

 

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