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Lavavetri, Domenici rilancia: «Vietato avvicinarsi alle auto»

Nuova ordinanza del comune di Firenze dopo la decisione della procura di archiviare tutte le denunce: «I rumeni importunano gli automobilisti»
L’aveva promesso: risponderemo alle osservazioni della procura con una nuova ordinanza. Detto fatto. Neanche il tempo di metabolizzare la richiesta di archiviazione delle circa qundici denunce nei confronti dei lavavetri con cui il procuratore capo di Firenze Ubaldo Nannucci lunedì ha affondato la sua ordinanza («nessun illecito penale») ed ecco che il sindaco Lorenzo Domenici emette una nuova ordinanza contro i rumeni armati si straccio e spazzolone che affollano i semafori di Firenze. Nel nuovo testo non si fa più riferimento all’esercizio del mestiere girovago di lavavetri (sul quale si erano centrati i rilievi della procura), ma si ordina ai malcapitati di non «avvicinarsi agli automobilisti per offrire attività di pulizia dei vetri». Anche questa volta, come nella procedente ordinanza, la validità del provvedimento è fissata al prossimo 30 ottobre, e anche questa volta per i trasgressori è previsto la contestazione dell’articolo 650 del codice penale, che prevede la reclusione fino a tre mesi. Nessun commento in procura sull’iniziativa di Palazzo Vecchio: «Leggeremo la nuova ordinanza» ha fatto sapere ieri Nannucci. Per il capo della procura fiorentina, però, «forse sarebbe il caso di valutare la praticabilità del sequestro in via amministrativa» degli attrezzi usati per lavare i vetri, visto e considerato che per i reati per i quali è prevista una contravvenzione la sanzione penale «è praticamente inapplicabile specie nei confronti di persone senza fissa dimora».L’impressione è che, al di là dei toni estremamenti pacati, tra Comune e procura sia cominciato un nuovo braccio di ferro. Palazzo Vecchio, infatti, non sembra proprio voler essere lui il primo a gettare la spugna nella battaglia contro i lavavetri. La nuova ordinanza, come la precedente, fa riferimento a «episodi che hanno generato situazioni tali da mettere a repentaglio l’incolumità pubblica», tanto che ormai quella del lavavetri non è più «un’attività semplicemente offerta, ma di fatto svolta senza alcuna richiesta». Comportamenti che, secondo Domenici, «assumono la forma dell’insistenza» come accade quando, per esempio, nonostante il rifiuto del servizio offerto vengono alzati i tergicristalli della macchina per impedire all’automobilista di muoversi. Da qui la decisione di vietare ai lavavetri anche solo di avvicinarsi alle auto, ritenendo questo comportamento un modo per importunare gli automobilisti.«Non mi pare che la sostanza di questa nuova ordinanza muti rispetto a quella precedente», commenta l’avvocato Vanessa Luperi, che difende uno dei quindici rumeni denunciati. «Non basta eliminare il riferimento ai mestieri di girovago, ma valutare l’esistenza di esigenze di ordine pubblico che dubito che allo steto delle cose possano esistere». Perplesso di fronte ad alcuni punti dell’ordinanza, anche Paolo Caretti, costituzionalista all’università di Firenze: «C’è una differenza di trattamento tra chi chiede l’elemosina all’angolo della strada – spiega – e chi lo fa a un semaforo, e non si capisce il perché».

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