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La denuncia di Antigone: carceri disumane e illegali

Le carceri italiane sono disumane e illegali, i detenuti sono reclusi in un regime di tortura se paragonato agli standard europei. È la denuncia lanciata dall’associazione Antigone che ha presentato il rapporto “Carceri nell’illegalità, la torrida estate 2011” sul sovraffollamento nei penitenziari.
I dati aggiornati al 31 maggio scorso contano 67.174 detenuti a fronte di 45.551 posti letto. In molte carceri visitate da Antigone si trascorrono 20 – 22 ore al giorno nelle celle, piccole anche meno di 3 metri quadrati, malsane e assolate. Le docce sono possibili solo alcune volte a settimana o per 3 minuti al giorno, i detenuti devono scegliere se lavarsi o avere l’ora d’aria, i colloqui sono faticosi con i parenti che devono fare ore di fila sotto il sole e se lavorano non possono visitare i reclusi il sabato o la domenica. “Questa è istigazione alla violenza, il recupero sociale è un mito, la realtà è la bestializzazione dei detenuti – commenta Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – c’è una paradossale illegalità di un luogo che dovrebbe essere il posto della legalità per eccellenza”.
Mentre la popolazione carceraria è aumentata del 50% dal 2007 al 2010 passando da 44mila a 67mila persone, le risorse sono calate di oltre il 10 %, da 3 miliardi e 95 milioni di euro a 2 miliardi 770 milioni. In questo momento, secondo le denunce dei sindacati di polizia penitenziaria e le testimonianze dei reclusi, non ci sono più i soldi nemmeno per sfamare tutti i detenuti.
“Il piano di edilizia penitenziaria del governo non ha prodotto nulla, gli istituti rimangono gli stessi. È stato propagandato da due anni e mezzo e non è stato fatto nulla nonostante l’approvazione del piano Ionta sia avvenuta il 29 giugno 2010” sottolinea ancora Gonnella. L’emergenza per il sovraffollamento decretata per due volte dal governo e la nomina del commissario straordinario Franco Ionta che attribuisce al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria poteri paragonabili al capo della protezione civile, non è servita a migliorare la situazione. “Il carcere di Rieti è stato aperto l’anno scorso e funziona una sola sezione perché manca il personale, del piano carceri è partito solo il primo cantiere a Piacenza, ci vorranno anni e comunque non si possono aprire nuove carceri senza fare nuove assunzioni”. Con queste parole il presidente di Antigone boccia il piano Ionta che prevede 9mila posti letto in più, ma anche se fossero realizzati nel 2012 mancheranno comunque altri 14mila posti.
Le cifre che raccontano i penitenziari italiani parlano chiaro. Legge sulle droghe, sull’immigrazione e custodia cautelare sono le falle del sistema legislativo che riempiono le galere. Ci sono 148, 2 detenuti ogni 100 posti letto contro i 96,6 della media europea, considerando i 47 paesi membri del Consiglio d’Europa compresa la Russia. Il 37% dei detenuti in Italia sono stranieri contro l’11% degli altri paesi, il 42% di persone detenute che sono in custodia cautelare contro una media europea del 25% dice che nel nostro paese la custodia cautelare diventa una pena anticipata di condanna prima del processo.
Un altro 37% è in carcere per violazione della legge sulle droghe. Un dato che si discosta molto da quello estero è il rapporto tra detenuti e poliziotti o personale socio – pedagogico. Se in Europa ci sono 2,6 detenuti ad agente di polizia, in Italia il valore è di 1,4. Negli altri stati la media è di 13 detenuti per ogni operatore amministrativo o non di polizia, da noi è di 21. Quindi a parità di numero di detenuti, il numero dei poliziotti in Italia è più alto e il numero di personale educativo o sanitario è più basso. Una cifra che serve a capire, nella carenza di risorse, come vengono spese quelle a disposizione.

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