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Giulianova (Teramo): provocazioni poliziesche contro il “campetto occupato”

Si è tenuta sabato 15 ottobre al Campetto Occupato di Giulianuova, in provincia di Teramo, la presentazione del libro “Prostitute in Rivolta” che racconta la lotta per i diritti delle sex worker. Iniziativa promossa dal Collettivo Malelingue.

La Questura di Teramo ha pensato bene di militarizzare l’intera aerea attorno al Campetto occupato. Polizia, carabinieri, vigili, digos, finanza con unità cinofile, hanno minacciato di denunciare tutte le persone interessate alla presentazione, in modo da bloccare l’iniziativa. “Uno spiegamento ingente di forze dell’ordine che ci ha lasciato sbalordite” sostengono gli organizzatori dell’iniziativa.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Claudia del Collettivo Malelingue Ascolta o scarica

Corrispondenza di Radio Onda Rossa da Giulianova – Ascolta o Scarica

il comunicato di Campetto occupato

Quello che è avvenuto ieri è molto grave ed ora cercheremo di spiegarlo e dire il nostro punto di vista, non prima però di aver ringraziato di cuore il Collettivo Malelingue e Ombre Rosse che, nonostante le minacce e le intimidazioni poliziesche, hanno deciso ugualmente di sostenere il Campetto e fate l’iniziativa. A voi tutto il cuore.

I FATTI: Sabato 15 ottobre era in programma presso il nostro spazio sociale una delle tante iniziative culturali e sociali che portiamo avanti con cadenza quasi settimanale. Vi era la presentazione del libro “Prostitute in rivolta” a cura del collettivo Ombre Rosse e poi uno spettacolo a cura del Collettivo Malelingue. L’iniziativa sarebbe dovuta iniziare nel tardo pomeriggio, senonché verso le 18, l’intero quadrante intorno al nostro spazio viene circondato da forze dell’ordine. Polizia, carabinieri, vigili urbani, finanza con unità cinofile, borghese sia della polizia che dei carabinieri con volanti ovunque.

Il quartiere assiste attonito alla scena. La considerazione più ovvia, oltre l’assurdità di quel dispositivo per un’iniziativa culturale e sociale, è che un sabato sera, migliaia di soldi pubblici vengono buttati nel nulla, quando a noi tutti dicono che i soldi non ci sono, neanche per le cose essenziali.

Chiunque voleva andare in direzione del Campetto, veniva identificato e minacciato che sarebbe stato denunciato ed avrebbe passato i guai se fosse entrato. Decine di persone, a questa minaccia esplicita, rigirano. Tante altre decideranno di entrare lo stesso e si andranno ad aggiungere alle persone che stanno sempre al Campetto e, come detto, l’iniziativa – interessantissima – si farà lo stesso.

Le forze dell’ordine, comandate dal dirigente della Questura, insiedato ultimamente e in vena di far carriera evidentemente, si iniziano a render conto di aver fatto l’ennesimo buco nell’acqua, sbeffeggiati anche dalle persone che passavano in quartiere.

Allora decidono di alzare il tiro e, con atteggiamento aggressivo, di provocare per ogni cosa: si spingono fino al portone, dicendo di togliere la musica altrimenti entravano e sequestravano tutto. Minacciando che era l’ultima volta che lo dicevano, poi sarebbero entrati. Avete capito bene, hanno detto che entravano!

Gli animi si scaldano, ma dopo un pó decidiamo di non cadere nelle loro provocazioni, ci chiudiamo nel posto valutando gli eventi e, a notte, le forze dell’ordine andranno via.

CONSIDERAZIONI: Quello avvenuto sabato sera, non è la prima volta che avviene. Avvenne ad esempio subito dopo la nuova occupazione. È novità invece, in peggio, l’atteggiamento aggressivo e le minacce spinte di entrare nel posto.

Perché è avvenuto?

A questa domanda, ci siamo dati diverse risposte. Certo la tematica in sé, poteva attrarre l’attenzione, ma non è quello. È piuttosto il fatto che il Campetto sia un’unione di legami, di lotta e solidali, tra varie realtà e collettivi. Questa una possibilità che hanno provato a spezzare ieri sera (non riuscendoci tra l’altro, ma anzi rafforzando questi rapporti).

Poi il fatto che in Estate un meccanismo del genere non potevano metterlo in piedi, altrimenti avrebbero infastidito il mercato del turismo, e quindi i “tutori dell’ordine” ed i rappresentanti locali hanno covato per tutta l’estate (in cui troppe glie ne abbiamo fatte…), per “sfogare” ieri sera.

Infine il clima politico che c’è e che si appresta ad instaurarsi. I tempi che ci aspettano non sono dei migliori e lo sappiamo bene. Ieri ne abbiamo avuto un assaggio, anche di episodi più gravi che potrebbero avvenire.

CONCLUSIONI: Tante persone sabato sera hanno rigirato. Le capiamo e non ci sentiamo di giudicarle. Tante altre sono entrate e non possiamo che ringraziarle. Ma noi il quartiere, la città, il territorio li viviamo tutti i giorni (a differenza di qualche burocrate che in qualche stanza decide queste messe in scena). Da ieri sera ad oggi, tutti e diciamo tutti, ci hanno detto che quello fatto ieri dalla Questura è stato assurdo, senza senso e ci hanno dato solidarietà. Solo questo meccanismo solidale, può rompere il loro apparato.

Per questo lanciamo anche un appello: il Campetto Occupato è una rarità e un’unicità, sia per i tempi che viviamo sia per i luoghi dove siamo. E va difeso.

Perché è una possibilità per tutti, di avere, sia un luogo che offre un tetto e risposte a dei bisogni, sia per potersi organizzare e solidarizzare nei tempi cupi, politici ed economici, che ci aspettano.

Noi, nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di esserci per tutti. È arrivato il momento che il territorio (come già abbondantemente fa) ci sia per il Campetto Occupato.

Ma non per il Campetto in sè, ma per quello che questo spazio può darci a tutti, possibilità che questa società nega.

E alla fine, siamo convinti, saremo più forti di chi ci vuole morti.

Perché dalla loro hanno la forza brutale della legge, ma noi dalla nostra abbiamo la forza rigenerante delle idee e della solidarietà, che sono più forti di qualunque “ordine dall’alto” e di servi che lo eseguono.

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