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Gabriele antifascista milanese agli arresti domiciliari. Rischia l’estradizione in Ungheria

Gabriele giovane antifascista milanese è stato arrestato per i fatti accaduti l’11 febbraio a Budapest, per lui è stato emesso un MAE (mandato di arresto europeo).

È agli arresti domiciliari Gabriele., il 23enne anarchico arrestato a Milano nella notte tra lunedì e martedì perché destinatario di un mandato di cattura europeo emesso dall’Ungheria per le accuse di associazione a delinquere, lesioni e tentato omicidio. Il giovane avrebbe partecipato lo scorso febbraio agli scontri con i neonazisti in occasione del «Giorno dell’onore», durante il quale si celebra un battaglione nazista che, nel febbraio del 1944, venne eliminato mentre tentava di eludere l’assedio dell’Armata Rossa a Budapest.

Presidio solidale sotto il Tribunale mercoledì 22 novembre per la prima udienza ai danni di Gabriele, compagno milanese arrestato nella notte tra lunedì 20 e martedì 21 novembre e che da allora si trova rinchiuso nel carcere meneghino di San Vittore.

L’udienza odierna, davanti alla Corte d’Appello di Milano, è terminata con la disposizione della misura dei domiciliari per Gabriele, difeso dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. Prossima udienza: il 5 dicembre, per discutere del rischio estradizione.

Su Gabriele pende infatti un MAE (mandato d’arresto europeo) da parte dell’Ungheria nell’ambito dell’inchiesta magiara riguardante le azioni di antifascismo militante di febbraio 2023 a Budapest contro la cosiddetta “Giornata dell’onore”, il raduno dei neonazisti di mezza Europa, soprattutto orientale. Gli scontri avrebbero provocato ai neonazisti “lievi ferite” come si legge negli atti; ferite refertate in 8 giorni ma per le quali la magistratura in Ungheria ipotizza le pesantissime accuse di lesioni e soprattutto tentato omicidio.

Secondo quanto gli inquirenti ungheresi hanno scritto nel loro mandato d’arresto, il 23enne sarebbe andato a Budapest lo scorso febbraio insieme ad altri anarchici milanesi appositamente per scontrarsi con i gruppi di estrema destra che ogni anno si radunano per ricordare una milizia nazista. Gli investigatori di Budapest sostengono inoltre che dietro tutto questo ci sia la 28enne tedesca Lina Engel, nota alle cronache come «cacciatrice di nazisti», presunta leader di un’organizzazione chiamata «Hammerbande» e condannata a 5 anni e 3 mesi di carcere per la alcuni episodi di guerriglia urbana e per una serie di attacchi avvenuti tra il 2018 e il 2020 contro esponenti dell’estrema destra tedesca con martelli, manganelli e spray al peperoncino.

Per quello che riguarda gli scontri dello scorso febbraio, in Ungheria è detenuta ormai da dieci mesi anche una donna italiana, Ilaria Salis, per la quale comincerà un processo l’anno prossimo e intanto le è stato proposto di patteggiare un pena di 11 anni.

In totale l’Ungheria ha spiccato 14 mandati d’arresto europeo, 2 dei quali riguardanti persone con cittadinanza italiana.

Da Milano gli aggiornamenti di Radio Onda d’Urto con un compagno solidale. Ascolta o scarica

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