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G8 Genova: la ministra Cancellieri non si è accorta di niente

Il Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri fa sapere che andrà a vedere il film “Diaz” per documentarsi. Ha bisogno di una fiction per sapere ciò che è già consegnato alla storia grazie alle testimonianze, alle inchieste, a centinaia di udienze e due sentenze di tribunale? Una lettera aperta di Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato Verità e Giustizia per Genova
Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato Verità e Giustizia per Genova ha scritto questa interessante lettera aperta a Repubblica, dopo una dichiarazione della ministra Cancellieri dei giorni scorsi. Pare che per la signora Cancellieri undici anni, con centinaia di udienze in tribunale e due gradi di giudizio, siano passati invano.


Ho letto su Repubblica di sabato, 10 marzo 2012, all’interno di un trafiletto pubblicato a pag. 10, che il Ministro degli Interni, sig.ra Cancellieri, ha annunciato che andrà a vedere il film sulle violenze al G8 
nella scuola Diaz, poiché “il Paese ama molto le forze dell’ordine, però è giusto, che mi vada a documentare perché tanto più si conosce, tanto meglio si fa”.

Sig.ra Cancellieri, mi scusi, ma Lei dove è stata negli ultimi dieci anni?
Sulla Luna od un altro pianeta? Perché se si fosse trovata su questa terra e magari in Italia, si sarebbe dovuta accorgere di quello che è successo dieci anni fa a Genova, perché ha coinvolto centinaia di manifestanti, italiani e stranieri, feriti, torturati, fermati ed arrestati ingiustamente, di un ragazzo di vent’anni ucciso, di nome Carlo Giuliani, tutto questo ad opera delle forze dell’ordine “tanto amate dal Paese”. Della più grande violazione dei diritti umani dal dopoguerra in un paese occidentale, come dichiarato da Amnesty International.
E, negli anni successivi, si sarebbe potuta accorgere dei processi che si sono celebrati a Genova, per le violenze delle forze di polizia in piazza, alla scuola Diaz, nella caserma di Bolzaneto. Delle decine di appartenenti alle forze dell’ordine, tra i quali alti funzionari della Polizia Italiana (tanto amata) condannati in primo e secondo grado. E sì che è stata anche prefetto a Genova!
E per documentarsi, per conoscere, per meglio fare, lei ha bisogno di andare a vedere un film? Una fiction? Che non riporta nemmeno i nomi dei responsabili di tanta cieca violenza? Se vuole posso aiutarla, si tratta di alcuni dei funzionari, nel frattempo tutti promossi, nonostante i processi e le sentenze di condanna, ai vertici della “tanto amata” polizia italiana.

Per meglio fare, non dovrebbe, forse, in qualità di ministro degli interni documentarsi attraverso gli atti dei processi Diaz e Bolzaneto? Ora, non vorrei rovinarle la visione del film, e magari il finale, visto che non
conosce la storia ma, mi permetto di ricordarle che, se anche non si fosse accorta di nulla, avrebbe potuto leggere la posta, perché le ho inviato personalmente numerose lettere, alle quali non si è mai degnata di
rispondere.

Visto che si vuole documentare, e meglio fare, mi permetto di aiutarla, e ricordarle che lo Stato italiano non ha ancora risarcito le vittime delle violenze e della torture perpetrate nella caserma di Genova Bolzaneto nei
confronti di 300 cittadini italiani e stranieri, nonostante le sentenze di condanna in primo e secondo grado a carico di 46 poliziotti, guardie penitenziarie, medici ed infermieri. Nessuna parte civile ha ancora
percepito nemmeno un euro di provvisionale, lo Stato Italiano non ha ancora risarcito, almeno economicamente, le vittime degli abusi e delle violenze perpetrate da propri dipendenti e funzionari, più di dieci anni fa.

Nessuno dei condannati in primo e secondo grado nei processi Diaz e Bolzaneto, è stato sospeso od allontanato dal lavoro.
Nessun rappresentante dello Stato Italiano, dal Presidente della Repubblica, ai Ministri degli Interni e della Giustizia, ha mai pensato di porgere, in nome della Repubblica Italiana, le scuse a tutti i manifestanti vittime
delle violenze da parte delle forze di Polizia, alla Diaz, a Bolzaneto, nelle strade e nelle piazze di Genova, a luglio del 2001.
Nel frattempo, la maggior parte dei reati sono stati prescritti, grazie ad inspiegabili ritardi nella trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione.

Enrica Bartesaghi


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