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G8 di Genova, in aula la ricostruzione della morte di Carlo Giuliani

“Questo processo – ha detto più volte il padre di Carlo Giuliano Giuliani– era l’unico modo per portare in un’aula di tribunale la morte di mio figlio”.  “Non ci interessa il risarcimento – ha spiegato l’avvocato Gilberto Pagani – quello che vogliamo è stabilire la verità e soprattutto le responsabilità che gravitano intorno alla morte di Carlo

Nuova udienza davanti al giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Genova Roberto Bonino del processo sulla morte di Carlo Giuliani, il manifestante ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere in piazza Alimonda, il pomeriggio del 20 luglio 2001.
Questa mattina i legali della famiglia Giuliani hanno mostrato al magistrato la minuziosa ricostruzione delle sequenza di avvenimenti grazie a un video che raccoglie filmati, immagini e le testimonianze che sono sfilate nell’ambito dei processo a 25 manifestanti e che ha dimostrato, fra l’altro, che una delle cause della precipitosa fuga dei carabinieri che porterà la camionetta su cui era a bordo Mario Placanica a “incagliarsi” in piazza Alimonda, fu un sasso lanciato dal vicequestore aggiunto Adriano Lauro verso i manifestanti che sfilavano in via Tolemaide (lancio di cui lui stesso ha ammesso la “paternità”).
Nelle immagini che scorrono si vede lo stesso Lauro che, qualche secondo dopo lo sparo, insegue un manifestante che urla alle forze dell’ordine “Assassini” dicendogli “Sei stato tu a ucciderlo, con il tuo sasso”. 
Per la famiglia Giuliani si trattò di un improvvisato tentativo di depistaggio, che si fece concreto qualche minuto dopo: ci sono infatti diverse foto che dimostrerebbero che la fronte di Giuliani sarebbe stata colpita, mentre era già morto o forse solo esanime (oltre al proiettile in testa, sul corpo di Giuliani, il defender dei carabinieri passerà ben due volte), proprio da un sasso. Sasso che in due immagini messe in sequenza sarebbe prima sul lato destro abbastanza lontano dal corpo, poi sul sinistro, insanguinato, proprio vicino alla testa.
Nella ricostruzione, che il giudice ha visionato per ben due volte, poi ci sono tutti gli elementi che secondo la famiglia Giuliani, non sono stati presi in considerazione, dalla distanza di Carlo dalla camionetta (era a 4 metri, quando viene immortalato dall’agenzia Reuters con l’estintore in mano), alla mano che impugna la pistola puntandola ad altezza uomo ben prima dell’arrivo Giuliani sulla scena.
Tutti elementi che il magistrato dovrà valutare per il prosieguo del processo. La famiglia Giuliani ha chiesto che vengano interrogati sia Mario Placanica, sia il colonnello Fabio Cappello (che comandava i carabinieri in quella piazza), e il magistrato si è riservato di decidere.
“Questo processo – ha detto più volte il padre di Carlo Giuliano Giuliani – era l’unico modo per portare in un’aula di tribunale la morte di mio figlio”
“Non ci interessa il risarcimento – ha spiegato l’avvocato Gilberto Pagani – quello che vogliamo è stabilire la verità e soprattutto le responsabilità che gravitano intorno alla morte di Carlo”.
Per questo la famiglia Giuliani ha citato come parti il vicequestore aggiunto Lauro, che comandava la gestione dell’ordine pubblico in piazza Alimonda quel tragico venerdì 20 luglio 2001, Mario Placanica, il carabiniere che sparò a Giuliani e che non fu mai processato e i ministeri dell’Interno e della Difesa, che ripongono per l’operato delle forze dell’ordine in quella piazza.
fonte: Genova24.it

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