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“Fronte della fermezza”, quando la storia si ripete. Come farsa

Governo e media straparlano di linea della fermezza come se fossimo tornati al 16 marzo 1978,  intanto Alfredo Cospito è al 103° giorno di sciopero della fame verrà trasferito nel carcere di massima sicurezza di Opera sempre in regime di 41bis. Oggi il consiglio dei ministri, mentre in tutta Italia ci si prepara a una nuova settimana di mobilitazione

Alfredo Cospito è giunto al 103esimo giorno di sciopero della fame contro il regime di 41bis al quale è costretto.Non ha intenzione di cambiare idea e interrompere il digiuno” ha dichiarato ieri la sua dottoressa Angelica Milia, e per salvarlo dice “non servirebbe trasferirlo da un’altra parte. L’unica soluzione sarebbe quella di toglierlo dal 41 bis“.

Il governo però non ne vuole sentire parlare e usa come pretesto le manifestazioni di solidarietà con il mitante anarchico: il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, parla di “serie di violenze che confermano che c’era un fondamento nell’adozione del 41 bis”. Per sostenere la propria tesi cita gli scontri avvenuti negli ultimi giorni con la polizia e le azioni dimostrative registrate a Barcellona e Berlino contro le sedi diplomatiche, sulle quali indaga l’antiterrorismo che ha affidato le indagini agli agenti della Digos e ai carabinieri del Ros. Slitta intanto a domani, martedì 31 gennaio, alle ore 12, la presenza del ministro Nordio in Commissione Giustizia alla Camera, chiamato al question time dall’interrogazione presentata da Alleanza Verdi – Sinistra, dove si chiede la fine della misura del 41 bis.

Nel frattempo è stato disposto il trasferimento di Cospito dal carcere Bancali di Sassari a quello di Opera sempre in regime di 41bis. Uno spostamento motivato da ragioni esclusivamente mediche, per monitorare la sua situazione dopo 103 giorni di sciopero della fame. Nel caso in cui le condizioni di Cospito dovessero precipitare al punto da necessitare un ricovero, il detenuto verrebbe trasferito all’ospedale San Paolo in cui è presente un reparto riservato al carcere di Opera.

Il difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini, ha rivolto una nota al ministro Nordio per la fine del 41 bis al suo assistito, dopo quello analogo che si discuterà il 7 marzo in Cassazione. Il Guardiasigilli ha tempo fino al 12 febbraio per rispondere. In assenza di notizie, il ricorso verrà considerato respinto. Sull’istanza si esprimerà entro il 12 febbraio, con un proprio parere, sia la Dna (Direzione nazionale antimafia) e l’Antiterrorismo. Nei due ricorsi, l’avvocato Rossi Albertini fa riferimento a “fatti nuovi” sul caso, come le motivazioni della sentenza del 2019 con cui la Corte d’Assise di Roma ha assolto tutti gli imputati, anarchici, proprio dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo.

L’intervista all’avvocato Flavio Rossi Albertini. Ascolta o scarica

Governo, forze di destra e buona parte dei media mainstream insistono intanto sulla  – surreale – “linea della fermezza”, schiacciando l’intera vicenda sul piano dell’ ordine pubblico – se non quando addirittura dell’“eversione” – tralasciando invece il piano politico, con la battaglia per la vita di Cospito, contro il 41bis, l’ergastolo ostativo e più in generale la disastrosa situazione carceraria italiana.

Di questo scrive oggi su lo scrittore, traduttore e docente Christian Raimo , con un articolo dal titolo “Democrazia e media, le altre tragedie del caso Cospito”.

L’intervista a Christian Raimo. Ascolta o scarica

Di tutt’altro tenore, rispetto alla linea della destra di Governo e di diversi media mainstream, è il senso dell’appello di un folto gruppo di artiste-i, rivolto a Nordio e alle istituzioni, affinchè “intervengano prima che sia troppo tardi’.

I primi firmatari sono Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino, Paolo Calabresi, Ascanio Celestini, 99 Posse.

L’appello:

Alfredo Cospito è un detenuto anarchico in sciopero della fame da più di 100 giorni per protestare contro il 41 bis, e l’ergastolo ostativo, a cui è sottoposto assieme ad altri 750 esseri umani. Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D’Amelio. Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti. Dicono sia il leader degli anarchici ma gli anarchici, come è noto, rifuggono capi o padrini di sorta.

“Per questo Alfredo ha iniziato una lotta con il suo corpo, una lotta terribile che lo sta conducendo alla morte, nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero e potrebbero intervenire. Il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis, il ministro ha trenta giorni per decidere, nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro.

La lotta di Alfredo ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro Paese, sull’evidente dismisura tra reato e pena. Per questo Alfredo Cospito è pronto a morire – Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio. Per questo chiediamo al Ministro e alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi”.

sulle mobilitazioni in corso

La corrispondenza di Radio Onda d’Urto da Roma con Nicola che ci racconta del corteo di sabato e delle mobilitazioni in programma questa settimana Ascolta o scarica

Le valutazioni su quello che è il racconto mediatico delle manifestazioni contro 41 bis e carcere ostativo da una compagna di Radio Onda Rossa di Roma e da Maria conduttrice della trasmissione Anares su Radio Blackout Ascolta o scarica

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