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Firenze: Comune sgombera campo rom. 150 al gelo

Quasi 150 persone in strada da venerdì mattina, fra cui 5 minori, donne, anziani e due persone appena dimesse dall’ospedale, una in seguito a un ictus e un’altra con gravi problemi respiratori. E’ la situazione a Sesto fiorentino, nella provincia di quella Firenze che negli ultimi tempi ha guadagnato gli onori delle prime pagine dei giornali per le rigide temperature invernali, dove le ruspe sono intervenute a cancellare l’insediamento della ex area industriale Ozmatek dove queste persone – rom rumeni e quindi comunitari – vivevano nell’impossibilità di avere una sistemazione migliore. Adesso sono tutte ammassate in un parcheggio, fra il viavai classico di un’area pubblica di qualsiasi città. L’area invece è sotto lo stretto controllo della polizia che non lascia entrare nessuno. 40 ex occupanti sono stati portati in Questura per accertamenti, rischiano pure l’allontanamento dell’Italia, a sentire le autorità, ma non si sa su quali basi, essendo la Romania un Paese comunitario. Nel frattempo tutti gli occupanti sono stati denunciati per occupazione di edificio e invasione di terreno. Con loro ci sono i medici del Medu, associazione di volontari che da sempre si occupa dei senza casa, alcuni politici locali, come Mercedes Frias di Rifondazione comunista, ma non il sindaco o le autorità competenti. Sindaco che i ragazzi del Medu stanno cercando di contattare da venerdì pomeriggio, «vista la difficile situazione sanitaria in cui versano queste persone» spiega Andrea ma che non risponde al telefono. Trova il tempo invece per dichiarare ai giornali locali il suo compiacimento per lo sgombero: «Finalmente l’area ex Osmatex potrà essere oggetto di un radicale intervento di bonifica ambientale che era necessario da tempo. Ringrazio quindi il questore Francesco Tagliente per aver fatto intervenire le forze di polizia allontanando le persone che la occupavano abusivamente» dice Gianassi dopo il sopralluogo di ieri sul luogo. L’Osmannoro, l’area di via Lucchese dove sorgeva il campo, è non da ora nel mirino del primo cittadino del comune fiorentino: «Alla proprietà avevo da tempo ordinato di rimuovere l’enorme massa di sporcizia presente nell’area e bonificarla, ma evidentemente l’intervento non poteva essere effettuato finché questa era abitata».
La “sporcizia” dell’Osamonnoro a cui si riferisce Gianassi era quella con cui i rom dovevano convivere, ma di questo il sindaco non si preoccupa. Lo fa invece il Medu che in un duro comunicato stampa ribatte: «Alle persone è stato dato solo il tempo di raccogliere i pochi effetti personali senza possibilità di rientrare per raccogliere coperte e vestiti. Da parte di nessuna istituzione è stata prevista una sistemazione delle persone in luogo idoneo, al riparo dal freddo». I rom hanno quindi peggiorato la loro situazione, visto che prima vivevano in ex capannoni in disuso e in alcune costruzioni di fortuna realizzate con lamiere e mattoni, con cui avevano creato giacigli e cucine da campo. Ma questo per le istituzioni non era un problema. Non è un problema l’emergenza abitativa di Firenze che vede migliaia di persone costrette ad occupare luoghi in disuso per avere un tetto sopra la testa. La città dell’accoglienza del centro-sinistra sta diventando sempre più rapidamente la città delle ruspe e della legalità da Far West.
fonte: Liberazione

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