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Cospito al 41bis, le motivazioni della corte di appello e le intimidazioni del questore

Nel giorno in cui escono le motivazioni con cui la corte d’assise di appello di Torino rivolgendosi alla Corte Costituzionale sostiene che l’ergastolo a Alfredo Cospito per un’azione che non ha fatto morti e feriti non si può dare il Questore di Torino in conferenza stampa dice di non escludere il passaggio degli anarchici in clandestinita’.

di Frank Cimini e Mario Di Vito

Sono nove le pagine con cui la Corte d’Assise d’Appello di Torino motiva la propria chiamata in causa della Corte Costituzionale per il caso di Alfredo Cospito. Era l’inizio di dicembre quando i giudici annunciarono la propria intenzione di sottoporre alla Consulta la vicenda dell’anarchico che rischia l’ergastolo per aver messo una bomba carta fuori dalla caserma per allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006 senza aver causato morti né feriti.

La procura generale aveva chiesto per Cospito il massimo della pena per devastazione, saccheggio e strage (ergastolo), mentre la difesa si è appellata alla lieve entità del fatto. In punta di diritto, se venisse concessa l’attenuante della lieve entità, la condanna non potrebbe più essere quella massima ma, in base al reato, sarebbe compresa tra i venti e i ventiquattro anni. Nello specifico, la questione costituzionale riguarda la prevalenza dell’attenuante sulla recidiva del reato da parte dell’anarchico, attualmente sottoposto anche al regime del 41 bis nel carcere di Sassari.

La Corte d’Appello arriva a dire che «il giudizio di bilanciamento fra circostanze dovrebbe risolversi nel caso concreto riconoscendo la prevalenza della circostanza attenuante», il tutto per la «necessità di irrogare una sanzione proporzionata alla effettiva portata lesiva delle condotte». L’esito del processo è dunque sospeso fino al pronunciamento della Consulta.

Nella giornata di ieri, il questore di Torino Vincenzo Ciarambino, quasi a rispondere indirettamente alle questioni sollevate dai giudici, nella sua conferenza stampa d’inizio anno, ha espresso forti preoccupazioni sull’universo anarchico e antagonista: “È una realtà e un segmento che guardiamo con attenzione perché non escludiamo il passaggio dalla soluzione pubblica della manifestazione alla soluzione clandestina da parte di singoli soggetti”. Così il questore Vincenzo Ciarambino, nella conferenza stampa di inizio anno, interpellato sulle manifestazioni anarchiche in solidarietà ad Alfredo Cospito, che si sono svolte anche a Torino, dove è in corso il processo d’Appello per gli attentati a Fossano. “C’è attenzione più che allarme – spiega il questore – perché la componente anarchica qua a Torino ha fatto registrare azioni imprevedibili, scarsamente prevedibili o di difficile prevedibilità. Come ad esempio l’attento alla scuola allievi carabinieri di Fossano di cui si è reso responsabile Cospito o gli attentati alla Crocetta con la classica tecnica del doppio scoppio per attirare e per poi far male. Anche nel recente passato sono stati inviati pacchi bomba da Genova mandate a figure istituzionali dell’amministrazione penitenziaria”. “Continua la nostra attenzione – aggiunge Ciarambino – gli anarchici adesso stanno manifestando in strada e stanno cercando di pubblicizzare quella che loro ritengono essere la sofferenza di Cospito, che è attualmente sottoposto al 41 bis” “Sono frange che non escludiamo possano passare dall’attività di manifestazione in strada all’attività clandestina con alcuni elementi cani sciolti che possano portare a termine attentati contro istituzioni che ritengono responsabili di questa vicenda. Facciamo attenzione a questi eventi e cerchiamo di intercettare ogni segnale e pericolo possibile”. Le parole del questore ipotizzando il passaggio in clandestinità degli anarchici che manifestano solidarietà a Cospito hanno un significato chiaramente intimidatorio che non viene colto ovviamente dai giornali e dai politici di tutti i partiti

Cospito, intanto, prosegue il suo sciopero della fame contro il 41bis. Quando ormai siamo a quasi due mesi e mezzo di protesta, le sue condizioni fisiche cominciano a destare qualche preoccupazione nei medici: il peso corporeo è sceso di 35 kg e si registra una carenza di potassio nelle sue analisi. «Alfredo ha il morale alto, è stato spostato di cella e durante l’ora d’aria ora può incontrare altri tre detenuti. Per risolvere i cali glicemici sta assumendo del miele», ha detto la sua dottoressa di fiducia, Angelica Milia, ai microfoni di Radio Onda d’Urto.

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