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Civitanova Marche: ragazzini prendono a calci un migrante, sotto gli occhi compiaciuti dei genitori

Cresciuti a pane, odio e tanta ignoranza, fanno pensare quei cinque bambini che ieri pomeriggio nella spiaggia di Civitanova Marche hanno preso a calci e riempito d’insulti un immigrato del Bangladesh. E tutto si è consumato davanti agli occhi dei loro genitori che invece di intervenire sorridevano, quasi soddisfatti del gesto compiuto dai loro piccoli, tutti di un’età compresa tra gli 8 e i 10 anni.
Il venditore ambulante carico della sue mercanzie si era seduto per qualche istante in uno sdraio per riposarsi quando improvvisamente i bambini lo hanno raggiunto apostrofandolo: “Quelle cose le hai rubato, vattene via, vai a vendere la tua roba altrove” gli urlavano e poi calci, fortunatamente poco pesanti visto l’acerba età degli aggressori, ma non per questo meno gravi nel loro vergognoso atto di prepotenza che racchiude il comportamento inequivocabile di un razzismo irragionevole e immotivato. L’obiettivo consapevole è sempre lo stesso: il diverso, colui che incute quella paura immotivata dettata dall’ignoranza, e in questo caso, impartita sicuramente dalle parole dei più grandi, responsabili di queste povere infanzie infelici, che in questa età di crescita dovrebbero vivere di curiosità e di scoperta e che oggi invece covano già il germe dell’odio.
Insomma un quadro davvero sconfortante, che mina le fondamenta della convivenza civile, dell’accettazione e della benevolenza sugli altri, in un paese per giunta che predica il cattolicesimo, ma quando lo deve praticare se ne dimentica. Il bengalese non ha reagito, anzi ha accettato passivamente le ignobili offese e non ha neppure sporto denuncia. Nello stabilimento balneare dove è avvenuto il fatto nessuno si sbilancia, qualcuno non vuole nemmeno credere a quanto è successo, quasi fosse una normale marachella. Ma questa volta non sono stati i soliti teppisti fomentati da qualche estremismo ideologico di stampo nazista, ma da bambini ancora troppo piccoli per scatenare il loro odio, cancellando la dignità di un essere umano giunto in Italia per scampare a un mondo di fame e miseria nera, come molti dei suoi connazionali. Ma, ahimè, comprensione e avvicinamento si raggiungono solo sulla via della conoscenza. Un percorso, purtroppo, che non tutti hanno la capacità di praticare.
fonte: Alessandro Ambrosin – dazebao l’informazione online

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