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Carceri: Detenuto suicida al carcere di Sollicciano a Firenze

Un detenuto si è tolto la vita nel penitenziario fiorentino di Sollicciano impiccandosi nel bagno della cella. Si tratta di un italiano sui trent’anni, in carcere per furto da alcuni mesi; sarebbe uscito a fine 2012.
Non ha lasciato biglietti. In base a quanto si apprende, il suicidio è avvenuto stamani, mentre i compagni di cella dell’uomo stavano dormendo. Indagini sono in corso per risalire alle cause.
“L’anno inizia male – ha commentato il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone – I problemi vanno risolti alla radice, i palliativi non bastano. Le terribili condizioni delle carceri sono state denunciate sia dal Papa sia dal Presidente della Repubblica. Non si possono continuare a cercare scorciatoie, bisogna affrontare i veri nodi”.
Il detenuto suicida aveva 31 anni. In base a quanto spiegato dal segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece, era in carcere dal novembre 2011. Doveva scontare una pena definitiva a un anno per furto in appartamento: “Non gli hanno concesso i domiciliari perché era recidivo – ha spiegato Capece – Aveva una personalità problematica, per questo era sottoposto a un regime di grande sorveglianza. Purtroppo non è bastato, ma tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto, nonostante la cronica carenza di organico”.
Nelle carceri italiane, “dall’ inizio del 2012 contiamo già tre morti, oltre a sei tentati suicidi sventati dalla polizia penitenziaria”. Lo rende noto Donato Capece, segretario del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, dopo il suicidio a Firenze.
“Una emergenza nell’emergenza sovraffollamento carcerario rispetto alla quale il Sappe torna a chiedere urgenti provvedimenti a Governo e Parlamento – continua la nota – Basti pensare che questa persona, già agli arresti domiciliari, pur avendo solo un anno di pena da scontare, era in carcere”. Capece ricorda “il sovraffollamento: oltre 67 mila detenuti in carceri che ne possono contenere a mala pena 43 mila. Circa il 43% dei ristretti è in attesa di una sentenza definitiva”. “Il corpo di polizia penitenziaria – conclude la nota – i cui organici sono carenti di oltre 7 mila e 500 unità, ha mantenuto fino ad ora l’ordine e la sicurezza negli oltre duecento Istituti penitenziari a costo di enormi sacrifici”.
fonte: Ansa

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