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Carceri: Dall’inferno di Tolmezzo

Dalle ultime lettere apprendiamo che a Maurizio Alfieri, dopo più di quattro mesi già trascorsi in quella sezione, la direttrice ha applicato altri 75 giorni di isolamento con i pretesti più assurdi. Intanto non gli danno né coperte né indumenti pesanti e continuano a fargli sparire la corrispondenza.
Non lo vogliono trasferire (cosa che Maurizio chiede da tempo) né far salire in sezione, perché temono possibili proteste. Lui e gli altri detenuti in isolamento sono esasperati e disposti a lottare. Sottolineano l’importanza di un’iniziativa di solidarietà fuori dal carcere.

Il presidio è in preparazione e chiediamo ai compagni, ai nemici del carcere e chi non vuole far finta di nulla di fronte a questa quotidiana carneficina di libertà e di dignità di partecipare e di esprimere, ognuno con i mezzi che preferisce, la propria solidarietà.
compagni di Rovereto e di Trento

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Dall’inferno di Tolmezzo

Apprendiamo da diverse lettere giunte dal carcere di Tolmezzo alcune notizie che meritano di essere conosciute.
I detenuti scrivono che i pestaggi sono diminuiti grazie alla solidarietà esterna e alla risposta collettiva dei prigionieri.
Le maggiori responsabilità dei pestaggi ricadono sulla direttrice Silvia Della Branca, sul comandante Raffaele Barbieri, sul vice comandante Silvestri e su Massimo Russo. In particolare sono Silvestri e Russo a comandare la “squadretta punitiva”. I detenuti sottolineano l’importanza di volantinaggi di denuncia in città e una nuova, numerosa presenza solidale fuori dal carcere.
Per via delle tante denunce da lui raccolte e diffuse, continuano le rappresaglie nei confronti di Maurizio Alfieri, a cui finora solo la solidarietà ha forse evitato l’applicazione del 14 bis (provvedimento a cui negli anni è stato sottoposto già tre volte). Oltre a fargli sparire diversa corrispondenza sia in entrata sia in uscita e a trattenergli il vestiario pesante, il Consiglio di disciplina, in seguito alle sue decise proteste, gli ha accollato altri 15 giorni di isolamento, condizione in cui si trova da ormai quattro mesi. Inoltre gli è stato impedito il colloquio con il fratello, il quale aveva affrontato un viaggio di più di 1000 chilometri. Maurizio un giorno è stato aspettato nel corridoio che porta al cortile da una ventina di guardie dal fare provocatorio. Scrive che se dovesse venir meno la solidarietà, per lui la situazione potrebbe diventare davvero pesante. Avvisa anche in anticipo che la famigerata “squadretta punitiva” lo ha minacciato di un qualche trattamento speciale in caso di suo trasferimento.

Invitiamo tutti e tutte a scrivergli:

MAURIZIO ALFIERI

CC. VIA PALUZZA 77 – 33028 TOLMEZZO (UDINE).

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