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Carcere: Sovraffollamento, superato il muro dei sessantamila detenuti

Al 31 gennaio sono 9.575 in più rispetto alla capienza regolamentare di 50.550 posti

Continua a crescere il sovraffollamento. A dicembre si era registrato un leggero calo, ma Rita Bernardini del Partito Radicale aveva smorzato gli entusiasmi spiegando che la diminuzione dei 347 detenuti «era dovuta presumibilmente ai permessi che vengono concessi per le festività natalizie e di fine anno». Così è stato. Al 31 gennaio, secondo gli ultimi dati aggiornati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, risultano 60.125 detenuti. Un risultato che fa registrare, infatti, 9.575 detenuti oltre alla capienza regolamentare che risulta, ufficialmente, di 50.550 posti. Al 30 novembre, invece, se ne registravano 9. 419. Ancora prima, al 31 ottobre, erano 9.187 i detenuti in più. A settembre erano invece 8.653 i ristretti oltre i posti disponibili.

Un evidente lento e progressivo sovraffollamento. Un problema grave ammesso dallo stesso ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Come già ricordato, al termine dell’audizione davanti al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ( Copasir), ha sottolineato il problema del sovraffollamento: «È un’emergenza sotto tutti i punti di vista ma la soluzione non può essere uno svuota carceri visto che è dimostrato che rientrano subito dopo, in assenza di autentici percorsi di rieducazione si esce e si torna a delinquere». Il guardasigilli ha anche ribadito che per superare tali criticità, il suo obiettivo è la costruzione di nuove carceri, attraverso anche l’individuazione di caserme dismesse. «Stiamo impiegando forze, energie e soldi, ma – ha concluso – è chiaro che non abbiamo la bacchetta magica».

Il discorso del piano carceri è stato affrontato anche dai governi passati, tanto che intervenne il Comitato europeo per la prevenzione della tortura ( Cpt) sottolineando che la costruzione di nuove carceri non era la strada giusta, perché «gli Stati europei che hanno lanciato ampi programmi di costruzione di nuovi

istituti hanno infatti scoperto che la loro popolazione detenuta aumentava di concerto con la crescita della capienza penitenziaria». Viceversa, «gli Stati che riescono a contenere il sovraffollamento sono quelli che hanno dato avvio a politiche che limitano drasticamente il ricorso alla detenzione».

Recentemente è intervenuto anche il presidente dell’Unione delle camere penali Gian Domenico Caiazza, sollecitando l’abbandono della visione carcerocentrica, perché sono le misure alternative che, oltre ad essere deflattive, abbattono la recidiva. disponibili. I numeri del sovraffollamento risulterebbero addirittura maggiori se si sottraessero dai posti disponibili circa 5000 celle inagibili che, invece, vengono conteggiate nei posti disponibili. Il sovraffollamento quindi è destinato ad aumentare nonostante che nel passato, grazie a diverse misure adottate dopo la sentenza Torreggiani, si sia ridimensionato.

Rimane costante anche la presenza dei bambini dietro le sbarre. Sono 46 le mamme detenute che hanno un totale di 52 figli al seguito, una ventina dei quali sono in carcere, mentre il resto sono negli Istituti a custodia attenuata che rientrano, però, sempre dentro il perimetro penitenziario. La legge prevede l’innalzamento del limite di età dei bambini che possono vivere in carcere con le loro madri da tre a sei anni. La norma contempla la custodia in istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri ( Icam) in sede esterna agli istituti penitenziari, con lo scopo di evitare a questi bambini un’infanzia dietro le sbarre. Ad oggi ce ne sono 5: Torino Lorusso e Cutugno, Milano San Vittore, Venezia Giudecca, Cagliari e Lauro ( in Campania). Ne funzionano 4, perché l’Icam di Cagliari è tuttora priva di ospiti. A Firenzedoveva essere aperta da tempo un Icam, ma oggi l’appartamento è inutilizzato. Il ministro Bonafede ha promesso che provvederà all’istituzione degli Icam in ogni regione.

Damiano Aliprandi

da il dubbio

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