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Brescia, sgombero presidio migranti, cariche, arresti e espulsioni

Alle prime luci dell’alba di oggi, decine di poliziotti e carabinieri sono intervenuti sotto il presidio permanente di solidarietà sotto la gru di Piazzale Cesare Battisti per sgomberarlo. Sono state fermate 30 migranti e antirazzisti presenti al presidio di Brescia. Tra questi anche due redattori di Radio Onda D’Urto e Umberto Gobbi, portavoce dell’associazione Diritti per tutti. Secondo indiscrezioni pare che i fermati siano accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Dalla Questura comunicano che sono 14 gli italiani fermati e alcune decine gli immigrati.  
A 2 militanti antirazzisti e a 4 migranti il fermo è stato tramutato in arresto. Arresti chiaramente politici, cosi come nel caso dei migranti arrestati si è voluto colpire i rappresentanti delle comunità maggiormente coinvolte. Inoltre per altri 12 migranti fermati è arrivato il decreto di espulsione per irregolarità con il permesso di soggiorno. Per loro, adesso, c’è la deportazione nei Cie. A guidare esplicitamente la violenta repressione è stato il vicario questore di Brescia Emanuele Ricifari, lui ha ordinato le cariche e i fermi, lo sgombero del presidio e l’irruzione nei locali della parrocchia di San Faustino

Violenza e repressione e questa la risposta dello Stato e dell’Amministrazione comunale di Brescia alla richiesta di diritti: non possono più tollerare un’esperienza di solidarietà che sabato scorso ha raccolto 10000 persone in corteo. Né la determinazione di quei migranti, che dall’alto di una gru, sospesi a 30 metri da terra, anche in notti e giorni di freddo e intemperie, hanno fatto sapere di non voler scendere, se non ottenendo quello per cui stanno lottando: un permesso di soggiorno!
La ricostruzione di quanto avvenuto dalla mattinata mostra tutta la brutalità (e al contempo la debolezza) delle “ragioni” di chi questa vicenda la vuole chiudere costi quel che costi… senza concedere niente.
Durante lo sgombero le forze dell’ordine hanno anche la faccia tosta di dire che a loro non interessa tirare giù i migranti dalla gru ma solo sgomberare il presidio. Quindi perquisiscono i locali dell’oratorio di San Faustino, a pochi passi dalla gru, dove diversi migranti avevano trovato rifugio e ospitalità nell’ultima settimana.
I compagni e el compagne non demordono. Partono quindi cariche e caccia all’uomo, con diversi fermi di polizia e rastrellamenti nel circondario. Fermati anche semplici cittadini che si trovano ad osservare imperterriti la reazione poliziesca. Nel cantiere entra un mezzo dei pompieri e delle reti metalliche per “isolare” i resistenti sulla gru. Dalla gru piovono oggetti e minacce di gettarsi nel vuoto. Nel mentre, si forma un presidio spontaneo a Porta Trento e la polizia isola l’area dalla presenza dei giornalisti.
Questo il quadro allucinante di una ordinaria giornata di polizia nel bresciano, provincia (come molte altre del Nord) che ha visto negli ultimi anni una grossa affermazione elettorale della Lega Nord che, di fatto, amministra anche la città lombarada. Frutto di questa politica: mano dura contro migranti e percorsi di solidarietà attiva dal basso; totale inefficienza nei momenti di emergenza reale (e non immaginaria) come dimostrato dai recenti allagamenti alluvionali nel vicentino e padovano.
 

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Commenti e reazioni:


Paolo Ferrero – segretario nazionale Prc: A Brescia è in atto una vergognosa repressione da parte delle forze di polizia contro il presidio sotto la gru su cui stanno arrampicati i migranti che chiedono la regolarizzazione e una manganellatura generalizzata di tutti coloro che sono in piazza a protestare. Evidentemente la Lega Nord ha cominciato la campagna elettorale. Non ci faremo intimidire e il movimento operaio bresciano ha già risposto negli anni scorsi a provocazione fasciste più pesanti di quella di oggi. Chiediamo che il governo ritiri immediatamente le forze di polizia e che il ministero degli interni dia il permesso di soggiorno ai migranti. Maroni usi le forze di polizia per i risolvere i problemi dell’alluvione e non per rompere la testa alla gente.

Giorgio Cremaschi (Fiom): “Una vergogna legislativa a cui corrisponde una vergogna di polizia. Quello che sta avvenendo in questi giorni a Brescia è indegno dell’Europa civile”.


Confederazione COBAS: Una pesantissima e lunghissima operazione di polizia, con cariche, manganellate, inseguimenti, feriti, svariate decine dii fermi (al momento, ore 15,30, ancora reclusi in questura 6 cittadini bresciani e 8/9 immigrati), di cui attualmente non si conosce ancora la sorte, è in corso a Brescia da questa mattina all’alba. E’ la risposta proditoria del potere all’enorme manifestazione di solidarietà con i sei immigrati arrampicati sulla gru svoltasi l’altro ieri in città. E’ la risposta, alcuni dicono, suggerita direttamente da Maroni, che esprime il cinismo e l’irresponsabilità di una classe politica di governo locale e nazionale, ormai immersa nella melma del malaffare, delle speculazioni e della corruzione, che esercita con spietatezza il suo dominio sulle fasce più povere e deboli (ormai maggioritarie) della popolazione, che alimenta il veleno del razzismo e del menefreghismo più bieco per restare a galla ed impinguare i propri portafogli.. L’operazione non è ancora terminata, chissà cosa può ancora succedere; finora la polizia ha guadagnato trenta metri di spazio, ma ha moltiplicato i partecipanti al presidio, da alcune decine a diverse centinaia. Cariche e fermi sono serviti a far accorrere politici di centrosinistra, finora del tutto assenti in questa lotta. Ovviamante a sindaco, vicesindaco e prefetto va addebitata grandissima parte di responsabilità delle operazioni cilene della polizia. Continua invece ad esserci, persino a crescere, quella Brescia che resiste, la Brescia solidale, la Brescia antifascista e antirazzista che non si fa piegare da minacce, cariche e arresti. I sei migranti sulla gru rappresentano la punta di iceberg della lotta, che ormai non è soltanto più per i sacrosanti permessi di soggiorno, ma per la dignità, la democrazia, i diritti di tuttti e per tutti. Andiamo avanti.
Solidarietà con i compagni e le compagne arrestati e feriti. Libertà per tutti.


Cgil Lombardia: I sei lavoratori migranti che da parecchi giorni si trovano arroccati sulla gru di via San Faustino a Brescia sono da soli. Le autorità tentano di affrontare la questione con l’unico strumento delle cariche di polizia contro le persone che presidiano la piazza attorno alla gru. Lo strumento è evidentemente insufficiente e non contribuisce minimamente alla soluzione del problema». Lo scrive in un nota la Cgil della Lombardia dopo lo sgombero di questa mattina. «Serve una rete di protezione – afferma il sindacato – che scongiuri drammi attesi e occorre riaprire, magari attraverso l’autorevole mediazione della Chiesa di Brescia, un dialogo con questi lavoratori disperati ed esasperati. L’avvenimento è un segnale di un progressivo deterioramento della coesione sociale e della stessa tenuta sociale. Non può essere sottovalutato, né affrontato con i soli strumenti di polizia». Prosegue la nota: «I vigili del fuoco, che in un primo tempo erano impegnati nell’istallazione di una rete di protezione, hanno abbandonato in questi minuti il loro lavoro, preoccupati per il possibile lancio di oggetti dalla gru. Le istituzioni non possono voltare lo sguardo altrove. Per affrontare i problemi occorre imboccare la strada della mediazione e assumere il valore e la responsabilità dell’incolumità dei protagonisti e di coloro che da sotto offrono solidarietà».


Amministrazione comunale di Brescia: nessuna apertura alla lotta degli immigrati

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