Il 3 febbraio si è svolta presso il tribunale di Bolzano l’ultima udienza che precede la sentenza nel processo d’appello per il corteo contro le frontiere (Brennero, maggio 2016). Questa la dichiarazione letta in aula, sottoscritta da una ventina di imputati e imputate.
Dichiarazione al processo d’appello per la manifestazione del Brennero
Se esiste un luogo in cui le parole non esprimono mere opinioni prive di conseguenze, questo è senz’altro il tribunale. Tra qualche giorno, in quest’aula, si deciderà se e per quanto tempo il nostro futuro sarà fatto di sbarre e di carcere.
Non è un motivo per tacere.
Nell’accanimento repressivo che le varie Procure di questo Paese riservano da tempo al movimento anarchico – di cui i 130 anni di carcere dispensati nella sentenza di primo grado di questo processo sono un buon esempio –, in questi giorni si sta toccando l’apice. Lo Stato sembra deciso a condannare a morte il compagno anarchico Alfredo Cospito, oggi al suo 107° giorno di sciopero della fame ad oltranza contro la tortura del 41 bis e contro l’ergastolo ostativo. La determinazione di Alfredo, da un lato, e la ferocia istituzionale, dall’altro, fanno passare decisamente in secondo piano, per noi, l’esito di questo processo e le nostre sorti individuali.
In un Paese segnato da una lunga scia di stragi vere realizzate da apparati dello Stato con la manovalanza dei neofascisti – questa è non solo una verità storica, ma persino giudiziaria –, ad essere condannati per «strage politica» sono… due anarchici (Alfredo Cospito e Anna Beniamino), per «una strage senza strage attribuita senza prove». La più odiosa contraffazione dell’idea e della pratica anarchiche, che ha portato Alfredo nella tomba per vivi del 41 bis.
Se questa è la logica, allora si possono distribuire 130 anni di carcere per una manifestazione che ha provocato, secondo la stessa accusa, 8000 euro di danni. La coerenza, come si dice, è nell’insieme.
Mentre si parla di Costituzione, di Stato di diritto e di pace, la realtà ci dice che i governi democratici d’Occidente ci stanno portando dritti verso il conflitto con la Russia, cioè su di un piano inclinato in fondo al quale c’è la Terza Guerra Mondiale, con annesso annientamento della vita terrestre.
L’accanimento contro il dissenso in generale e contro anarchiche e anarchici in particolare è il fronte interno di tale guerra. Il 41 bis è carcere di guerra.
Per questo il grande coraggio di Alfredo e la solidarietà che ha saputo raccogliere spaventano così tanto. Fanno parte di quell’umanità che non si schiererà mai a fianco delle bombe della NATO, come i nostri compagni e compagne in Russia non si schierano a fianco di quelle di Putin.
Mentre a voi spetta la scelta se inserirvi nel coro di una repressione oggi giorno più smisurata, il nostro pensiero e il nostro cuore sono con Alfredo.
Bolzano, 3 febbraio 2023
Giulia Perlotto, Carlo Casucci, Kamilla Bezerra, Massimo Passamani, Manuel Oxoli, Luca Rassu, Roberto Bottamedi, Marco Degosus, Arianna Viola, Mattia Magagna, Roberto Bonadeo, Agnese Trentin, Andrea Parolari, Stefano Diani, Benedetta Antonucci, Matteo Nascimben, Sirio Mafrini
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