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Bologna, leghisti a caccia di zingari nei bagni dell’ospedale Maggiore

Squadristi della Lega in azione oggi all’ospedale Maggiore di Bologna. L’annunciata “ronda” del Carroccio contro «la situazione di assoluto degrado» in cui versano reparti e spazi del Maggiore è iniziata di buon mattino, intorno alle 6,30, e si è subito tradotta in una sconcertante e incivile caccia all’uomo per i corridoi dell’ospedale, condotta da un manipolo di militanti (una ventina) capitanati dal consigliere regionale Manes Bernardini.
Al nobile grido di “il Maggiore non è il cesso degli zingari”, questi prodi leghisti hanno dato prova del loro tasso di democrazia intimando ai temuti rom “nascosti” nei pressi dei bagni – rei, in qualche caso, di utilizzare i lavandini dei gabinetti per lavarsi prima di andare al lavoro – di uscire dall’ospedale.

Un abuso assoluto, dal momento che portare un fazzoletto verde al collo – come è evidente – non autorizza nessuno a rivolgersi in questo modo a persone che – fino a prova contraria – sono cittadini come tutti gli altri e hanno perciò diritto come gli altri di utilizzare i bagni messi a disposizione dagli ospedali. Non paghi di avere portato a termine la loro bravata, alcuni rappresentanti del Carroccio emiliano hanno quindi incontrato sia il Questore che il Prefetto del capoluogo felsineo. «Occorre che l’Ausl – ha dichiarato Bernardini – metta in campo le forze necessarie per debellare un fenomeno ormai cronico all’interno dell’ospedale Maggiore. Abbiamo solo verificato – ha aggiunto il consigliere regionale della Lega – una situazione che ci era stata denunciata da tantissimi operatori sanitari. Una situazione di completo degrado con un’esasperazione da parte del personale sanitario e degli stessi pazienti: furti dentro ai reparti e spazi che dovrebbero avere un decoro sanitario ma vengono lasciati alla balia di balordi che vivono questi ambienti come se fossero un grande accampamento di nomadi». Bernardini non spiega sulla base di quali prove ritiene di poter affermare che i furti nei reparti siano opera dei nomadi. Forse sulla base di un pregiudizio razzista?

La cosa più triste è che certe «carnevalate fuori tempo massimo» – così Luca Rizzo Nervo, assessore alla Sanità della giunta comunale, ha definito su Facebook il blitz della Lega – vengono organizzate all’unico scopo di conquistare una manciata di voti speculando sul disagio, magari reale, che vivono i lavoratori e gli ospiti del Maggiore. «Che ci sia un problema di corretto utilizzo degli spazi – commenta sempre su Facebook il capogruppo Pd a Bologna Sergio Lo Giudice – è un dato di fatto, all’attenzione dell’azienda sanitaria che ha già messo in campo un rafforzamento del sistema vigilanza. Ma che un partito politico invada la corsia di un ospedale pubblico con le sue bandiere per cacciare via delle persone, sostituendosi alle competenze dell’asl e delle forze di polizia, è un fatto gravissimo».

Chi non ha problemi ad affidare il proprio pensiero a un comunicato ufficiale è il Prc: «E’ la Lega Nord ad essere un vero cesso, in cui razzismo, egoismo sociale e opportunismo becero convivono – ribatte una nota congiunta di Nando Mainardi, segretario regionale e Laura Veronesi, segretaria cittadina – Invitiamo i dirigenti della Lega Nord ad andare a fare una bella ronda davanti a Finmeccanica, dopo l’arresto del loro caro amico Orsi. Hanno cambiato Bossi con Maroni – concludono i dirigenti del Prc – ma la sporcizia è rimasta».
 
Roberto Farneti da Liberazione

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