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Aggressione neo-nazista a Verona: La destra raccoglie i suoi frutti

Per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, i giovani che hanno ridotto in fin di vita Nicola Tommasoli «sono solo dei deficienti, la politica non c’entra niente». Anche per il suo collega di Roma, Gianni Alemanno, si tratta «più di emarginazione urbana che di vera politica». Insomma, quello che sta avvenendo nel nostro paese, dove le aggressioni neonaziste contro i diversi sono in aumento, non è una questione politica, ma una sorta di bravate frutto del disagio. Noi pensiamo che le frasi del sindaco Tosi siano ipocrite. Ne è prova il fatto che il capogruppo in Comune della Lista Tosi sia un ex skin, cantante del gruppo “gesta bellica”, condannato l’anno scorso per istigazione all’odio razziale, al quale il sindaco voleva consegnare addirittura la delega per l’istituto della memoria . Mentre scriviamo queste righe, le agenzie ci dicono che hanno confessato altri due giovani, mentre mancherebbero altri due all’appello che si sono resi irreperibili. Intanto Nicola, il ragazzo aggredito, lotta tra la vita e la morte. Per oggi è previsto un presidio delle forze democratiche della città.
Verona oggi è una città insicura per i diversi, per chi manifesta liberamente le proprie idee e per chi non ha uno stile di vita non conforme alla norma. Questa volta il criminale, chi gratuitamente ti ammazza di botte perché sei un “compagno” o presunto tale, nasce dentro il ventre molle di una società sempre più razzista ed insicura, una società avvelenata dagli imprenditori politici della paura e dai giornali strillati.

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