Bologna: 13 sanzioni disciplinari per le lotte contro il caro mensa e i tornelli in biblioteca
- settembre 20, 2017
- in misure repressive
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Per le proteste al 36 e in mensa. “Non accetteremo nuove punizioni”, dice il Cua, segnalando che intanto la biblioteca è di nuovo chiusa. La prorettrice al Community Center, Hobo: “Discussione tragicomica”.
Sono 13 le sanzioni disciplinari approvate oggi, con sospensioni da due o quattro mesi, durante la riunione del Senato accademico dell’Università di Bologna sulle proteste per i tornelli alla biblioteca di via Zamboni 36 e contro il caro-mensa. Cinque studenti, che hanno ricevuto la sanzione più alta, erano già stati sospesi in precedenza per gli scontri davanti alla mensa o per il blitz contro il docente Angelo Panebianco.
Nel dettaglio, per lo smontaggio della porta del 36 l’8 febbraio, il Senato ha deciso una sospensione di quattro mesi e altre tre di due mesi. Tre i voti contrari, di un rappresentante degli studenti e dei due rappresentanti del personale tecnico-amministrativo. Per l’occupazione della biblioteca del 9 febbraio, invece, tre sospensioni di quattro mesi e cinque di due mesi. Anche in questo caso, sono stati tre i voti contrari da parte degli stessi senatori accademici. Infine, per gli incidenti in mensa del 25 ottobre, l’Ateneo ha comminato una sospensione di quattro mesi (sempre tre i voti contrari).
Alcuni studenti sono stati puniti sia per lo smontaggio dei tornelli sia per la successiva occupazione del 36: in questo caso le sospensioni (di due o quattro mesi) si sommano. In tutto erano 16 i procedimenti disciplinari in discussione oggi, ma alcuni sono stati rinviati per vizi di forma.
Scrive intanto il Cua, che stamattina durante il Senato accademico ha protestato in rettorato: “Lontano dai loro tribunali improvvisati, la situazione delle matricole è sempre più precaria; da due settimane si svolgono infatti i test d’ingresso, l’ennesimo dispositivo di accumulazione di denaro che l’università utilizza per spillare soldi agli studenti, qualora non bastasse tutto il resto: migliaia di candidati, pochi posti, test più adatti alle pagine della settimana enigmistica che a verificare le capacità specifiche degli aspiranti all’immatricolazione. Nel frattempo si aggrava il problema abitativo; trovare un posto letto in questa città ad un prezzo degno ed accessibile è diventata ormai un’impresa quasi impossibile, salvo optare per una cantina, o abitare in 7 in appartamenti da 4, uno sopra l’altro senza spazio per una scrivania propria. Eppure, a fronte di questa situazione inaccettabile, il primo problema che il Senato Accademico si pone a inizio anno è un altro. Oggi Lor Signori hanno infatti deciso di riunirsi per decidere delle sanzioni nei confronti degli studenti che hanno partecipato alla mobilitazione del 36, volta a impedire che l’accesso ad una biblioteca e sala studio fosse ostacolato da un muro di vetro – i tornelli – atto a selezionare i possessori del badge. Questo dispositivo punitivo, come abbiamo detto più volte, non ha nulla di legittimo. In quei gloriosi giorni di lotta, infatti, migliaia studenti e studentesse si opposero con determinazione ai tornelli e, come ben si sa, dopo mesi di lotte, iniziative e manifestazioni, ora il 36 è tornato di nuovo accessibile a tutti e tutte. È evidente perciò che, riconosciuta la pretesa di migliaia di studenti di rimuovere le porte in vetro, è ancora più arbitrario, grottesco ed illegittimo che si punisca chi ha contribuito alla conquista di quel giusto obiettivo. Inoltre il Senato Accademico prende queste decisioni su sollecitazione della polizia politica Digos in assenza di alcuna condanna giudiziaria. Mesi fa per garantire ad alcuni studenti e studentesse già allora sospesi la possibilità di sostenere i colloqui, ci recammo a decine in sede d’esame per pretendere collettivamente il regolare svolgimento dello stesso. Vedremo quali saranno le decisioni del Senato… non accetteremo nuove punizioni!“.
E c’è un’altra novità segnalata dal Cua: “Il 36 è ad oggi chiuso, si dice per lavori che si concluderanno venerdì. Che sia per ottimare il funzionamento della biblioteca! Saranno totalmente considerati inaccettabili nuovi tornelli, muretti, porticine, o stratagemmi vari“.
Hobo, invece, fa sapere che dopo la riapertura del Community Center si è presentata in via Filippo Re la prorettrice Elena Trombini. La discussione sui ritardi nei lavori per l’inaugurazione del nuovo spazio attrezzato per l’accesso ai disabili “ha assunto, fin da subito, un tenore tragico-comico. La ‘psicologa’ dell’Università ha chiesto rispetto e silenzio, ascolto e comprensione. Ci ha chiesto di capirla, di immedesimarci nelle sue difficoltà: ‘I lavoratori d’estate sono sfaticati!’, ‘trovatela voi una ditta pronta a lavorare ad agosto!’, ‘i tecnici amministrativi che vanno in ferie o-sta-co-la-no i lavori dell’università, li rallentano!'”. Studenti e studentesse “in coro, col sorriso beffardo, le hanno risposto: ‘Non ce ne voglia prorettrice, ma il lavoro che lei ci chiede è impossibile! Come possono gli studenti e le studentesse dell’Unibo e, più in generale, coloro che partecipano al buon funzionamento della macchina, camminare a braccetto con lei? Sfigureremo! Non abbiamo orecchini brillanti o scarpe costose da sfoggiare né voglia di non pensare ai compromessi necessari per ottenere quel ben di dio! Non ci chieda di condividere le sue responsabilità! Per favore!‘”, scrive il collettivo. Intanto, agli studenti e alle studentesse colpiti/e dalle nuove sanzioni “esprimiamo la nostra completa solidarietà. All’amministrazione universitaria, invece, riserviamo la nostra più sincera ostilità. Li disprezziamo perché utilizzano tutto per i loro piccoli scopi senza guardare in faccia nessuno. Il laboratorio d’inclusività, che doveva essere pronto entro l’1 settembre, non c’è. Evidentemente, all’amministrazione universitaria non interessa nulla delle studentesse e degli studenti disabili, a meno che un cartello con due parole non sostituisca le strutture promesse. Da oggi, dunque, il laboratorio di inclusività del Community Center è riaperto. Ci vediamo domani allo spazio“. L’Ateneo, dopo l’occupazione, ora promette che il nuovo spazio sarà pronto per inizio ottobre.
da zic.it
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