La Corte d’assise, presieduta da Paolo Curatolo, emette la sentenza a carico dei 63 imputati per i fatti di Reggio Emilia del luglio 1960, assolvendo da ogni addebito i poliziotti che avevano aperto il fuoco contro i manifestanti.
Il pubblico ministero aveva affermato: “I poliziotti hanno il diritto di sparare anche quando la resistenza dei dimostranti si manifesti con un assembramento che brandisca minacciosamente sassi e bastoni Quindi l’uso delle armi fu legittimo”
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