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Viareggio: Quando chi vive di espedienti fa comodo agli apparati repressivi.

I paradossi sono sempre in agguato ma non stravolgono la realtà alle volte aiutano a comprenderla meglio. Capita quindi che chi vive di illegalità e piccoli espedienti possa chiamare in aiuto la polizia. E’ accaduto a Viareggio nei pressi del Pronto Soccorso Abitativo (PSA) gestito dalla Brigata Sociale Antisfratto.

Il PSA è uno spazio pensato per dare accoglienza a chi ne ha bisogno per impedire che gente senza casa dorma per strada.

Alcuni mesi fa un poliziotto chiamò un dirigente del cantiere sociale attivo anche nella Brigata Sociale Antisfratto e gli comunicò che a seguito di una retata avevano rilasciato tre persone e non sapevano dove metterle e che l’avrebbero mandate da loro. Forse con ingenuità, sicuramente in buona fede e per non lasciare nessuno all’addiaccio, la Brigata decise di ospitarle nel PSA. Una mano non si nega a nessuno!

Dopo che questi soggetti hanno avuto comportamenti irrispettosi nei confronti degli altri ospiti del PSA e delle associazioni che frequentano il confinante Cantiere Sociale, la Brigata aveva ammonito costoro a cambiare comportamento.

Ma il 22 agosto è avvenuto un fatto grave sono stati tagliati il cuscino e il materasso di un altro ospite del PSA a questo punto la Brigata è intervenuta sul posto notando biciclette rubate e finestre del cantiere aperte dall’esterno per questo ha allontanato i soggetti ritenuti responsabili. Uno di questi prima ha minacciato con un collo di bottiglia alcuni compagni poi ha chiamato il poliziotto che lo aveva mandato al PSA dicendo testuali parole: “ I comunisti di merda quelli che comandano al Cantiere Sociale mi mandano via fai qualcosa.” Nemmeno pochi minuti e un’automobile con tre uomini della DIGOS e dell’Anticrimine ha iniziato a ronzare in via Belluomini dove hanno sede sia il Cantiere Sociale che il PSA. I compagni della Brigata Sociale hanno fermato l’auto chiedendo spiegazioni. I tre agenti sono stati vaghi e hanno proposto di intervenire loro. I compagni hanno ribadito che avrebbero gestito la cosa inautonomia, ma che non avrebbero più accettato persone mandate da polizia carabinieri o magistratura. Infatti, nei pressi dell’INAPLI, in passato è stato messo persino uno agli arresti domiciliari in un cesso occupato. Cose incredibili che non meritano molti commenti.

Si tratta, probabilmente, di provocazioni atte a destabilizzare il lavoro dei compagni che in questa città sono in prima linea a risolvere i problemi che le istituzioni latitanti non sono nemmeno in grado di affrontare?

Non sarebbe la prima volta che le forze dell’ordine usano personaggi di basso cabotaggio, come piccoli spacciatori o ladruncoli, per infiltrare o provocare i movimenti sociali di lotta. I compagni hanno affrontato la cosa da soli allontanando questi soggetti. La lezione da tenere a mente che in ogni tempo c’è sempre un diperato che può vendersi per soldi, droga o promese di impunità.

Intanto dal Cantiere Sociale ci fanno sapere che nei prossimi giorni si riuniranno il direttivo e gli organi di garanzia per affrontare la questione e sicuramente l’amministrazione comunale sarà chiamata in causa per la sua totale inadeguatezza ad affrontare i drammi sociali della città.

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