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Torino: rivolta al cpr di corso Brunelleschi. Incendi, feriti e gas lacrimogeni

Nella serata di sabato 4 febbraio è scoppiata una rivolta all’ interno del Cpr di corso Brunelleschi a Torino duramente sedata con celere e gas lacrimogeni. Sono state 3 le aree coinvolte e nelle mense è partito un incendio. La stessa scena si è ripetuta nella giornata di domenica 5 febbraio.

Gli attivisti dell’assemblea No Cpr scrivono in un comunicato che “la protesta è partita per via delle orrende condizioni di detenzione e delle forme di tortura che l’ente gestore ORS Italia, con il sostegno della questura, attuano giornalmente. Da dentro ci raccontano che il cibo è avariato e contiene psicofarmaci, le celle sono fredde, manca acqua calda e le sezioni sono piene di spazzatura. Ci raccontano di una stanza adibita ai pestaggi”.

I solidali che nella serata di sabato 4 e nella giornata di domenica 5 sono andati sotto le mura del cpr, hanno potuto sentire le urla delle persone in protesta, l’odore dei gas lacrimogeni sparati dalla celere dentro e il fumo dell’ incendio. Hanno potuto anche vedere 3 ambulanze allontanarsi su via Monginevro.

Per non lasciare solo chi è dentro, nel tardo pomeriggio di domenica 5 un gruppo di solidali si è trovato nel prato di Corso Brunelleschi dando vita a un presidio mobile in solidarietà con i reclusi e con i rivoltosi. Durante questo momento alcune persone sono salite sul tetto dell’area Bianca al grido di libertà. Le battiture si sono alternate alle urla di protesta. Numerosi fuochi sono stati accesi costringendo i vigili del fuoco ad entrare nella struttura.

“La richiesta che forte arriva da dentro – scrivono ancora i solidali-  è quella di rompere il muro di silenzio che circonda la detenzione amministrativa e fare sapere fuori da quella prigione le violenze a cui sono sottoposti quotidianamente. Muro di silenzio infranto in questi giorni grazie alla determinazione dei reclusi che hanno continuato a chiamare i solidali fuori nonostante l’evidente tentativo da parte della gestione del cpr di isolare i detenuti e recidere, con il blocco delle cabine, ogni chiamata all’estero”.

Da Torino il racconto a Radio Onda d’Urto di Olivia compagna solidale di Torino Ascolta o scarica

 

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