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Manganellate della polizia sui cortei studenteschi contro l’alternaza scuola-lavoro a Torino e Milano

Continua l’atteggiamento intimidatorio delle Questure del nostro paese contro i giovani che scendono nelle piazze. Cariche di polizia a Torino e Milano

https://www.youtube.com/watch?v=4QhZOH2_3vY&feature=emb_title

Cariche di polizia contro studenti e studentesse a Torino, con alcuni giovani che han dovuto fare ricorso alle cure mediche a causa delle manganellate ricevute. In piazza Arbarello studentesse e studenti volevano partire in corteo, ma gli agenti in antissommossa sono intervenuti per impedirlo con violenza. La corrispondenza di Radio Onda d’Urto con Simon Vial, responsabile scuola del Fronte Gioventù Comunista di Torino.       Ascolta o scarica
Scena analoga nel pomeriggio a Milano, dove studentesse e studenti hanno provato a muoversi dal concentramento di piazza Missori verso la sede di Assolombarda ma hanno trovato la strada sbarrata dalle transenne e dalle manganellate della celere. Nonostante questo, studentesse e studenti sono poi arrivati sotto Confindustria. La corrispondenza di Giorgio, del Coordinamento dei Collettivi Studenteschi di Milano. Ascolta o scarica

Da Torino report dall’inviata de L’Indipendente, Valeria Casolaro

Nella mattinata di oggi 22 gennaio a Torino un corteo composto dai collettivi studenteschi di vari licei di Torino si è ritrovato in piazza Arbarello per protestare contro il modello di alternanza scuola-lavoro che ha causato la morte di Lorenzo Parelli, ragazzo di 18 anni ucciso da una trave di acciaio nello stabilimento Burimec di Lauzacco. Non appena il corteo ha cercato di spostarsi dalla piazza, tuttavia, le Forze dell’Ordine hanno iniziato a caricare i ragazzi (la maggior parte dei quali minorenni) picchiandoli con i manganelli e ferendone gravemente alcuni.

«È una cosa vergognosa: appena i ragazzi si sono avvicinati pacificamente alla polizia per chiedere di poter passare per le strade i poliziotti sono partiti con le cariche, picchiandoli con i manganelli»: è quanto afferma a L’Indipendente Pino Iaria, referente di Cobas, unico sindacato presente alla manifestazione tenutasi questa mattina a Torino, in piazza Arbarello. Numerosi studenti dei licei torinesi appartenenti a vari collettivi della realtà cittadina si sono infatti dati appuntamento questa mattina, per protestare contro il sistema del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che portano i ragazzi a dover alternare scuola e lavoro. Un sistema che spesso si traduce nello sfruttamento della forza lavorativa giovane e a bassissimo costo a notevole vantaggio delle aziende e nell’ambito del quale ha trovato la morte Lorenzo Parelli, appena diciottenne.

«Ci siamo trovati qui in piazza stamattina e avevamo intenzione di portare il corteo per le vie del centro, ma la polizia e i carabinieri ce lo hanno impedito. Anzi, quando ci siamo avvicinati al loro cordone hanno iniziato a caricare» ci racconta una giovane studentessa che si trovava sul posto al momento degli scontri. «Ma non è finita qui: una volta capito che non ci avrebbero fatti muovere abbiamo cercato di fare almeno il giro del perimetro della piazza, ma anche in quel caso appena ci siamo mossi la polizia è nuovamente partita con le cariche».

Mentre parliamo, i ragazzi colpiti durante le cariche si scambiano buste di ghiaccio: alcuni hanno i volti ancora coperti di sangue fresco. Sono diversi i giovani che hanno riportato gravi ferite per i colpi dei manganelli, mentre un paio di ragazzi sono stati portati in ospedale dall’ambulanza dopo aver accusato malori durante le cariche della polizia. «Una ragazza è stata portata via priva di sensi, ancora non abbiamo sue notizie» raccontano i ragazzi presenti alla scena. Il presidio è quindi proseguito nella forma di sit-in, mentre le forze dell’ordine sono rimaste a vigilare sino alla fine bloccando tutti gli ingressi della piazza.

Sono numerose le manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia contro il controverso sistema del PCTO, che secondo gli studenti porta alla non acquisizione di reali competenze e allo sfruttamento della loro forza lavorativa, senza adeguate garanzie di sicurezza né tantomeno paghe adeguate.

Gli studenti del collettivo hanno fatto sapere che le loro rivendicazioni non si fermeranno qui e che verranno messe in atto diverse iniziative nei prossimi giorni, per portare avanti le proprie rivendicazioni.

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