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Spesa militare: i nuovi Gattopardi

Alla fine il Mov 5 Stelle ha votato la fiducia al Governo accettando l’aumento delle spese militari ma sostiene di avere portato a casa risultati importanti.

Per quanto ne dica il premier Draghi, e con lui Giuseppe Conte,  l’aumento sarà più lento del previsto ma inesorabile tanto che il 2% del Pil per la  spesa militare viene ritenuto  dal Presidente del Consiglio un obiettivo ” a cui tendere con  continuità e realismo”. E a questo principio si adegua anche il Mov 5 Stelle in piena continuità con quanto fatto negli ultimi anni.

Al 2% del Pil arriveremo con pochissimi anni di ritardo, nel 2028, ma non è detto che questa tabella di marcia non sia rivista nei prossimi mesi in base alle vicende internazionali e alle spinte provenienti da Ue e Nato.

L’impegno assunto nel 2014 parlava di portare le spese militari al 2% del Pil entro la fine dell’anno 2024, rinviarlo di 4 anni non ci pare proprio una conquista.

E intanto la Ue canta vittoria per il dietro front di Putin che farà pagare agli europei il gas e il petrolio russo in dollari o in euro e non in rubli, una soluzione che tutela tanto l’economia russa quanto quella europea.

E nel frattempo la Ue, con la Bussola europea, destina sempre maggiori fondi alle imprese militari. Dove sta allora il cambiamento?

Federico Giusti

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