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Russia: Lettera dal carcere di Boris Kagarlitsky

Con una lettera dal carcere l’intellettuale marxista russo Boris Kagarlitsky chiede unità e sostegno politico per i prigionieri politici russi di sinistra, quelli che non ricevono attenzione dai media occidentali. Boris Kagarlitsky è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione per un post sulla guerra con l’accusa assurda di terrorismo

Il testo della lettera di Boris Kagarlitsky:

Presentandosi alla Duma di Stato, il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin ha citato una serie di dati che testimoniano la crescita dell’economia e il maggiore benessere della popolazione. Purtroppo, c’è un altro indice nel nostro Paese che sta crescendo costantemente. Si tratta del numero di prigionieri politici.

Un numero consistente di persone che si trovano dietro le sbarre per le loro convinzioni politiche appartiene a organizzazioni di sinistra. Socialisti, comunisti e anarchici, insieme ai democratici di sinistra che non sono membri di alcun partito o gruppo, sono costantemente vittime della macchina della repressione. Ogni caso, naturalmente, ha le sue peculiarità, ma la situazione generale è chiara. Il movimento di sinistra si batte per i diritti sociali e democratici, contro il militarismo e l’autoritarismo, e ne sta pagando il prezzo.

Fortunatamente, anche il sostegno ai prigionieri politici nel nostro Paese sta diventando un fenomeno di massa. Migliaia di persone stanno scrivendo a coloro che sono stati arrestati, stanno preparando pacchi e inviando cibo e oggetti caldi. Senza dubbio, è necessario sostenere tutti coloro che, senza ricorrere alla violenza, difendono le loro opinioni e sono di conseguenza soggetti a persecuzioni. Dobbiamo conoscere e ricordare tutti i loro nomi.

Tuttavia, le persone di sinistra possono e devono fare di più per i loro co-pensatori. La cosa più importante è che, unendo i nostri sforzi per aiutare i prigionieri politici, contribuiamo a rafforzare il movimento e a creare un coordinamento tra individui e gruppi. Lavorare insieme per aiutare i nostri co-pensatori che soffrono per le loro convinzioni è molto più fruttuoso che portare avanti discussioni infinite su chi avesse ragione nelle discussioni politiche sovietiche degli anni Venti, su come considerare Stalin e Trotsky, e su chi debba essere considerato un marxista impeccabile e chi un riformista, un opportunista o, al contrario, un settario.

L’unità politica e la maturità politica si raggiungono nel corso dell’attività politica.Nelle condizioni attuali, in cui l’azione politica e l’autorganizzazione nel nostro Paese sono diventate estremamente difficili, aiutare i nostri co-pensatori incarcerati non è solo un’attività umanitaria, ma anche un importante gesto politico, un atto di solidarietà pratica.

Ora che questa iniziativa [a sostegno dei prigionieri politici di sinistra] si sta finalmente concretizzando, dobbiamo sostenerla tutti; possiamo e dobbiamo unirci attorno ad essa. Dopo il primo passo, ne seguiranno altri. Affinché il futuro diventi realtà, dobbiamo impegnarci ora.

Spero vivamente che i miei spettatori e lettori sostengano l’iniziativa unitaria a sostegno dei prigionieri politici e di tutti gli attivisti di sinistra che hanno subito la repressione politica.

È così che vinceremo!

Boris Kagarlitsky

 

 

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