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Roma: arrestati 12 attivist* di Ultima Generazione

Ieri mattina, dodici attivisti aderenti alla campagna FONDO RIPARAZIONE di Ultima Generazione hanno bloccato l’autostrada A12 a Fiumicino per 30 minuti in un’azione di disobbedienza civile nonviolenta. Dopo pochi istanti, un automobilista ha consapevolmente investito un manifestante.

Arrivata la polizia, gli attivisti sono stati portati in questura e poi trasferiti e rinchiusi in diversi carceri di Roma.

È ignobile che questo governo scelga di chiudere in carcere delle persone che, attraverso il sacrosanto diritto costituzionale di manifestare, chiedono sicurezza e prevenzione per la più grande crisi dei nostri tempisi legge in un comunicato di Ultima Generazione. La gravità e l’urgenza della crisi eco-climatica vengono continuamente occultate da un status-quo mediatico, politico ed economico a cui conviene nascondere la situazione. Il restringimento dello spazio di protesta tocca chiunque chieda che lo Stato garantisca i suoi diritti: lavoratori che perdono il posto, studenti che non hanno i soldi per pagare l’affitto, medici o ferrovieri che scioperano affinché il governo investa in sanità e sicurezza, alluvionati che dopo un anno e mezzo sono ancora senza casa, come nelle Marche, e che va a manifestare la sua rabbia nella piazza cittadina”.

Sullo strumento del blocco stradale, Ultima Generazione spiega che “contrariamente alla narrazione che la stampa mainstream vende su di noi, non siamo ragazze ingenue o scansafatiche che non hanno voglia di lavorare. Siamo un gruppo eterogeneo di persone estremamente preoccupate per il proprio futuro e ci siamo prese carico dei nostri doveri costituzionali, decidendo di dare tutto quello che abbiamo per difendere la nostra dignità, le nostre famiglie, il nostro paese”. E ancora: “Blocchiamo le strade perché così facendo la nostra voce arriva ai palazzi del potere, ma non solo. Il clamore creato dalle nostre azioni genera confronto, e dal confronto si genera l’opportunità di cambiamento. Il risultato è che sempre più persone si rendono conto di quanto corrotto e inaffidabile sia l’attuale sistema, e decidono di scendere in strada insieme a noi”.

Mercoledì 6 dicembre alle 9.00 processo per direttissima a Civitavecchia.

 

 

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