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Roma: Aggressione fascista al centro sociale Horus. Accoltellato un ragazzo

Ieri è partito il volantinaggio in tutto il quartiere nomentano. La denuncia è chiara: «Non si può parlare di sicurezza in una città dove non si può girare liberi». A lanciarla l’Horus, il centro sociale occupato romano. Ora è in stato di agitazione. E tutti i centri sociali romani hanno aderito all’iniziativa promossa dall’Horus contro «l’aggressione fascista che si è verificata sabato scorso ai danni di un ragazzo 19enne». Le cose, sabato, sono andate più o meno così. Intorno all’una di notte cinque ragazzi passeggiavano nei dintorni di piazza Sempione. Erano appena usciti da una festa di compleanno di un loro amico che si era tenuta all’Horus e stavano tranquillamente tornando a casa. Si accorgono che una macchina li segue senza alcun motivo. Scomparsa dietro un angolo, dopo pochissimi minuti, appaiono di fronte ai ragazzi, quasi tutti tra i 18 e i 19 anni al massimo, due trentenni. Chiedono loro: «Siete “Redskin”?». E i ragazzi rispondono: «Sì, perché?». E’ a questo punto che i due gli intimano di consegnargli quello che indossano: spillette, magliette, giubetti, sciarpe e quant’altro.I ragazzi a loro volta si rifiutano di farlo. E’ a questo punto che uno dei due, il più grande, di circa 35 anni, coltello alla mano punta dritto contro uno del gruppo e senza alcun motivo, praticamente a freddo, lo ferisce con una coltellata alla gamba, per poi scappare in tutta fretta. «E’ gravissimo quanto accaduto», denuncia Luca Blasi dell’Horus. «Il ragazzo è stato trasportato di corsa all’Umberto I, e qui i medici gli hanno dovuto applicare sei punti di sutura, ma ha rischiato tantissimo». Anche perché è noto che una ferita alla gamba avrebbe potuto essere ben più grave di quella che ha portato a sei punti di sutura e provocare ben altre lesioni. Ma il fatto in sé «non si può tacere. Questa – continua Blasi – è la tanto decantata sicurezza che intende propinarci il governo?». Anche perché ai danni dei centri sociali ultimamente, e sempre con maggiore e preoccupante frequenza, si registrano continui accanimenti. «L’ultima, quella di sabato – denuncia ancora Blasi – è stata davvero, e di nuovo, un’altra perfetta aggressione in stile nazi-fascista. Ma da qui – aggiunge – siamo sicuri che non passeranno». Ieri le prime iniziative che si sono svolte nel quartiere, volantinaggi per rendere noto quanto accaduto, precederanno le altre che si inseriscono in quel percorso politico che porterà il prossimo 17 e 18 gennaio a contestare per le strade, in piazza, il famigerato pacchetto sicurezza voluto da questo governo e che in quei giorni dovrebbe essere, appunto, varato dal parlamento. «Un pacchetto – sottolinea il centro sociale in un suo comunicato – che, ci dicono, è stato pensato apposta per aumentare la “sicurezza” dei cittadini, militarizzando le strade e le piazze, conferendo ai sindaci poteri da dittatori-sceriffo, giocando con le vite di migliaia di migranti e condannandoli a morte certa pur di affermare a un livello più alto il controllo sui corpi dei nuovi sudditi/cittadini dell’impero». E una dura condanna è stata espressa anche da Rifondazione. «Il nostro partito – spiega il segretario della Federazione di Roma, Giuseppe Carroccia – è impegnato a difendere l’agibilità di tutti gli spazi di democrazia e partecipazione come l’Horus occupato». Senza considerare che resta la domanda formulata all’inizio: «Che sicurezza può mai essere quella di una città, Roma, dove non si può più girare liberi?».

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