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Roma, 3 novembre 2011: Cronaca di un giorno difficile da Stato di Polizia

C’erano stati i prodromi nelle ore precedenti.
La sera del 2 novembre le agenzie battono questo anodino e anomalo comunicato della Questura di Roma: “Nel ribadire che scendere in piazza senza preavviso potrebbe esporre i ragazzi a responsabilità penali, civili ed amministrative, si invitano i promotori a prendere contatti con l’Ufficio di gabinetto della Questura, per definire le modalità delle manifestazioni eventuali, al solo scopo di garantire e conciliare il diritto, previsto dalla costituzione e dalle leggi di pubblica sicurezza, a manifestare il dissenso, rispetto alle aspettative di quanti vivono la città nel quotidiano di non subire disagi“.”Si invitano inoltre – conclude la nota col visto del questore Francesco Tagliente – i direttori degli istituti scolastici e chiunque altro a conoscenza di possibili iniziative, a informare i diretti interessati delle possibili conseguenze connesse all’omessa presentazione del preavviso”
Non risulta che il questore Tagliente abbia mai fatto simili comunicati, né che abbia mai avvisato i tifosi sportivi romani di andare solo allo stadio e di non soffermarsi mai nei paraggi dello Stadio Olimpico, perché ci sarebbero “responsabilità penali e civili”. Non risulta che il questore Tagliente abbia allertato il giorno prima genitori, amici e “chiunque altro a conoscenza” per impedire assembramenti non autorizzati, pochi giorni fa, in occasione dell’inaugurazione di Trony nella zona Ponte Milvio a Roma, cosa che ha causato impazzimenti del traffico e occupazione di sedi stradali per ore da parte di migliaia e migliaia di persone. Sarà!?!
Alla 1 del mattino del 3 novembre un po’ di giovinotti nazifascisti massacrano di botte 5 militanti del PD che attacchinano manifesti contro la mafia in zona Via dei Prati Fiscali: due braccia rotte, qualche taglio in faccia suturato, botte sui reni e in testa. Ovviamente l’intelligence del Questore di Roma si occupava dei liceali potenziali manifestanti qualche ora dopo, non certo della canaglia nazifascista che con mazze e spranghe è libera di scorazzare e massacrare…
Alle 9 del mattino del 3 novembre è prevista una manifestazione di studenti medi alla Stazione Tiburtina, per protestare contro il divieto di manifestare del Sindaco Alemanno nel centro storico romano, divieto inopinatamente adottato con una ordinanza forte dei suoi poteri di Commissario Straordinario per il traffico (a proposito che ne è dell’annunciato ricorso al TAR da parte di SEL?).
Quanto succede davanti ai cancelli di alcuni Licei romani alle 8 del mattino è miserabilmente solo una prova di muscoli di un paese autoritario che slitta progressivamente verso il fascismo.
Davanti al Liceo Tasso il vicepreside, “collaborando” con alti ufficiali della Digos e della Questura, “accompagna” per strada qualche studente a parlare con i funzionari di PS. Gli uomini della PS ad alcuni chiedono i documenti, nonché il numero del cellulare (a dei minorenni!), oltre a ricordare il comunicato di Tagliente della sera prima, enfatizzando il rischio di denunce; altri sono identificati, filmati e diffidati dal partecipare alle manifestazioni. Ciò avveniva davanti ai cancelli del Liceo per studenti che in quel momento non partecipavano ad alcuna dimostrazione!
Siamo alla schedatura preventiva di persone, spesso minorenni, che potenzialmente potrebbero partecipare a manifestazioni…
Al Liceo Mamiani una cinquantina di ragazzi veniva identificata dalla Digos; altrettanto avveniva davanti al Virgilio. In pratica, chi non entrava veniva schedato. Nessuno sa se i registri delle presenze sono stati “visurati” dalla PS, così come avveniva all’avvento del fascismo in tutti i Licei torinesi, in occasione delle manifestazioni antifasciste.
Il resto della giornata è noto: con le cariche alla Stazione Tiburtina, l’intervento di esponenti del PRC e di SEL, e di parlamentari PD e IDV, per “liberare” migliaia di manifestanti, che non venivano in un primo momento lasciati defluire se non tramite identificazione.
La follia orrenda di questa ordinanza di Alemanno di proibire le manifestazioni è una vergogna della democrazia italiana.
Quell’Alemanno che il 17 ottobre diceva a proposito dei manifestanti fermati a san Giovanni: “Sono degli animali, devono finire in carcere e ci devono restare il piu’ a lungo possibile”. Quello stesso Alemanno che il 28 ottobre nulla dice della manifestazione gazzarra non autorizzata de il Popolo di Roma al Festival del Cinema di Roma caratterizzata tra l’altro di lancio di chiodi e chiusa con tre arresti di persone che nella lingua di Alemanno andrebbero chiamati animali. Quell’Alemanno, tutto legge e ordine oggi, forse dimentico del suo periodo “animale” quando fu arrestato più volte, ed una volta per molte settimane.
Ma altrettanto grave, rispetto all’ordinanza antimanifestazione, rimane la schedatura preventiva dei ragazzi dei licei romani. Cosa vuole fare la Polizia e Maroni (l’uomo condannato definitivamente per morsicatura di polpacci a poliziotto, nonché genio del diritto delle infrastrutture con le consulenze ai Gavio), la tessera del manifestante? Vogliono stuprare la Costituzione? O vogliono emulare Pinochet e la polizia sotto il fascismo?
Ezechiel

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