[Questione Xylella] Colonialismo e bugie – Supporto legale
- agosto 04, 2015
- in lotte territoriali
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Un copione già scritto: questo l’inutile viaggio in Salento del commissario europeo per la sicurezza alimentare Vytenis Povilas Andriukaitis.
Sono state confermate tutte le menzogne dei vari “piani Silletti” e tutte le violenze, contenute in quei piani, al nostro territorio e a noi cittadini Salentini.
I tagli degli ulivi imposti per legge superano così la salvaguardia regionale esistente sugli stessi, spalancando la strada a diverse speculazioni che vanno dalle mega strutture turistiche a piantagioni “razionali” intensive. Un disegno che – ormai è chiarissimo – vuole trasformare profondamente il nostro Salento squalificandolo a livello di un mix fallimentare di volgare divertificio pseudo-turistico con un’agricoltura “intensiva” di prodotti scadenti non autoctoni e dunque realmente non competitivi, con modalità produttive aggressive contro l’ambiente bio-naturale e contro l’ambiente sociale-economico. La nostra Terra deve diventare, nei loro turpi disegni, un territorio “usa-e-getta” a disposizione di pochi speculatori. Con noi, che la abitiamo, destinati a diventare loro servi.
Ma, a loro dire, le misure servono per bloccare l’espansione della xylella. Confermando così le loro vecchie menzogne.
Menzogna #1: il commissario ha confermato che i nostri ulivi seccano a causa della xylella. Pur sapendo che non c’è alcuna evidenza scientifica che lo confermi e che, anzi, ci sono copiosi e pesanti indizi che lo escluderebbero. Il termine Co.Di.Ro infatti si riferisce ad un complesso di agenti (zeuzera pyrina, funghi tracheomicotici del genere Phaeoacremonium e Phaeomoniella e batterio x.f. subspecie Pauca ceppo salentino Co.Di.Ro.-il ceppo ha lo stesso nome dell’intero complesso e questa non è una menzogna ma un’astuzia) di cui ad oggi non è nota la patogenicità singola e l’interazione concausale. Senza considerare altre cause presunte che darebbero le stesse sintomatologie e che ad oggi nessuno si preoccupa di ricercare ufficialmente (come la presenza del fungo terricolo Verticillium Dahliae). Insomma, la cura estrema avviene senza una diagnosi.
Menzogna #2: la distruzione degli ulivi serve a bloccare l’espansione del batterio. Le peculiari caratteristiche della xylella la rendono, di fatto, praticamente inarrestabile. Infatti, se teniamo conto che il batterio una volta insediatosi in un territorio viene ospitato da circa 180 specie vegetali, è impossibile cercare di fermarne l’avanzata attraverso l’eliminazione di una specie arborea, occorrerebbe infatti eliminare tutte le piante ospiti, creando il deserto e probabilmente con una bomba al napalm si farebbe prima.
Ed inoltre, essendo il batterio ormai stabilmente presente nel Salento (secondo la versione ufficiale), la diffusione nelle zone “cuscinetto” può avvenire in qualsiasi momento, per cui, per individuare le piante “infette”, sarebbe necessario effettuare milioni di analisi, ripetendole con una alta frequenza. Cosa assolutamente impossibile impensabile e improponibile.
Quindi le misure ad oggi previste per il contenimento del batterio sono scarsamente efficaci, in quanto è già assolutamente impossibile individuare tutte quelle piante da distruggere (con o senza tutto ciò che si trova 100 metri intorno), che ospitano il batterio ed altamente impattanti.
Per questi motivi la quarantena della xylella non ha mai avuto successo in nessuna parte del mondo e tutti gli scienziati che si sono interessati di questo argomento sono concordi nell’affermare che le misure di contenimento possono, nella migliore delle ipotesi, solo rallentare la diffusione del batterio.
Quindi il sacrificio degli ulivi delle “zone-cuscinetto” è totalmente inutile.
I batteriologi infatti affermano che con i batteri ci si convive, è scientificamente errato pensare di annientarli. Quello che l’uomo può e deve fare è cercare di riportare l’agente potenzialmente patogeno in uno stato di equilibrio che gli permetta di convivere, nel caso specifico da endofita, in equilibrio con la pianta che lo ospita.
Menzogna #3: le varietà “Leccino” e “Frantoio” (varietà toscane utilizzate negli impianti intensivi che dopo 20 o 30 anni si abbattono per lasciare il posto ad altre piante giovani più produttive) sono resistenti al CoDiRO, il complesso di fattori che sta danneggiando tanti nostri ulivi. Quando invece gli alberi di queste specie presenti nelle zone colpite dalla malattia manifestano la stessa sofferenza, come dimostrano queste foto scattate in zona “la Castellana (contrada tra Gallipoli Alezio e Taviano, la prima area segnalata definita d’insediamento del batterio).
Il motivo per cui mentono deriva probabilmente da un disegno scellerato di sostituire i nostri alberi monumentali (progetto in piedi già da qualche decennio e ad opera di alcuni professori della Facoltà di Agraria di Bari, oggi capeggiati nel superintensivo da Salvatore Camposeo) con colture “razionali”, possibili solo con quelle varietà “straniere”, che però richiedono continui trattamenti chimici ed idrici (in una zona come la nostra poi, priva di corsi d’acqua superficiali e con una falda freatica in continuo esaurimento perché per irrigare emungiamo dai pozzi artesiani) e che danno come prodotto un olio scadente, perché privo delle qualità organolettiche e nutrizionali che solo le cultivar autoctone, che hanno il DNA del territorio, posseggono.
Inoltre, vi sono cultivar autoctone, Ogliarola Salentina e Cellina di Nardò che seppur inserite nei contesti più attaccati dal malanno che sta colpendo gli ulivi, non dimostrano disseccamenti rapidi o rapidissimi che siano. Da due anni chiediamo alla scienza di indagare questa “resistenza” che alcune piante dimostrano, ma non abbiamo mai ricevuto ascolto.
Menzogna #4: E’ stata garantita l’apertura della ricerca scientifica a tutti gli enti di ricerca oltre a quelli baresi (CNR Bari, Facoltà di Agraria UNIBA, Istituto Basile-Calamia di Locorotondo), eppure ad oggi nessuno (a parte noi) ha chiesto di modificare l’art. 5 del DM 19 giugno 2015 (che blinda la ricerca) e nessuno ha coinvolto altri Enti di ricerca, nazionali ed internazionali. Eppure nelle nostre proposte abbiamo chiesto proprio questo, restando inascoltati.
Menzogna #5: I proprietari degli Ulivi abbattuti saranno risarciti. E’ una menzogna spudorata, in quanto i risarcimenti sono dovuti solo alle Aziende Agricole e lo stanziamento di risorse è irrisorio (11 milioni di euro da ripartire su ogni singola pianta abbattuta. Quanto fa se abbattono davvero 1 milione di piante? 11 euro.) senza parlare delle modalità di risarcimento. Ad accedere alle misure saranno solo le Aziende agricole che dimostrano una perdita superiore al 30% della loro produzione lorda vendibile.
Di recente sui media è stato sostenuto che i proprietari che non sono Aziende riceveranno qualche sussidio da “una parte dei 13 milioni a disposizione del Commissario Silletti”. Una parte? E quale? E quant’è rimasto di quella cifra? Nessuno lo sa, a parte Silletti e pochi altri.
Le modalità colonialiste di questo governo non si fermano qui. E’ stato deciso che i soldi li avranno solo i proprietari che abbatteranno volontariamente gli alberi, mentre chi non lo vorrà fare non solo non riceverà un soldo, ma dovrà anche pagare l’azione del commissario. Ecco svelato il vero volto autoritario e antidemocratico di queste istituzioni.
Menzogna #6: Parlano di epidemia, eppure finora – stando alle fonti ufficiali – sono state campionate solo 26.755 piante di cui 612 risultano positive alla presenza del batterio (1,8%), senza contare i falsi positivi, l’1,8% è un’epidemia? Davvero ci fanno così stupidi da imboccarci la storiella dell’epidemia quando i fatti dicono tutt’altro?
La politica nazionale, del cosiddetto “governo” è complice al 100%. Ed anche la politica regionale, fra apparenti tentennamenti, non solo non fa nulla per contrastare queste violenze, ma è stata la principale fornitrice dei dati fasulli su cui si basano le catastrofiche decisioni europee.
Allora, cittadine e cittadini salentini, pugliesi, italiani, europei e del mondo tutto, noi che amiamo questa terra meravigliosa per il suo paesaggio, la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia, se vogliamo salvarla dal saccheggio colonialista, vi chiediamo di diffondere tutti i comunicati che provengono da questo blog attraverso i vostri canali. Abbiamo bisogno di moltiplicare la nostra voce e di avere sostegno, anche fisico, perché prossimamente contano di abbattere altri 35 mila alberi e al contempo oggi arrivano, a partire dai comuni che per primi si sono opposti al piano d’emergenza a firma del commissario Giuseppe Silletti, sanzioni di 1.000,00 euro ad infrazione riscontrata (le sanzione vanno da 500 a 3000 euro) a persona per il mancato rispetto delle disposizioni del piano emergenziale, in particolar modo multando chi ha deciso di disobbedire all’obbligo di avvelenare le proprie terre gli alberi e di conseguenza l’olio che ne produce, con pesticidi pericolosi per tutte le forme di vita. Il terrorismo di Stato si manifesta con le ripercussioni pecuniarie in un momento già difficile per la nostra economia, il tutto al solo scopo di stremare questa popolazione del Salento.
Non lasciateci da soli.
Il popolo degli ulivi – Blog –
Contro lo stato, supporto legale autorganizzato
Il Corpo Forestale dello Stato ha elevato un verbale da 1.000,00 euro per mancata attuazione delle disposizioni impartite dal Piano Silletti?
Il Popolo degli Ulivi ti mette a disposizione un team di legali per darti la possibilità di far ricorso gratuitamente.
Ecco cosa puoi fare: scrivi una mail a: ilpopolodegliulivi@gmail.com, allegando una copia del verbale. Nella mail inserisci anche un contatto telefonico per darci la possibilità di richiamarti e di fissare un appuntamento per discutere di persona dei motivi di ricorso.
Il servizio è gratuito.
I termini per effettuare ricorso sono di 30 giorni dalla notifica del verbale (ossia da quando è arrivato per posta o ti è stato consegnato a mano).
Se dovessero giungere sul fondo gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, firma il verbale, non dichiarare nulla e contattaci immediatamente. Siamo a tua disposizione.
Passa parola!
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